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Guerra in Ucraina, Consiglio di Sicurezza straordinario dopo i fatti in Polonia

La guerra appare sempre più lontana dalla sua fase conclusiva. Dopo il bombardamento con missili russi di ieri in Polonia, che hanno provocato due morti, è stato deciso di riunire il Consiglio di Sicurezza dell’Onu e si teme che possano esserci risposte armate della Nato per quanto previsto nell’articolo 5.

Le Nazioni Unite saranno chiamate ancora una volta a discutere della guerra tra Russia e Ucraina, ma questa volta considerando che per la prima volta a subire gli effetti del conflitto direttamente è un Paese appartenente alla NATO.

Un elemento che complica non di poco uno scenario internazionale già estremamente teso, proprio nel momento in cui il G20 di Bali è in fase di conclusione.

Missili russi in Polonia, domani Consiglio di Sicurezza dell’Onu

Domani si attende un Consiglio di Sicurezza straordinario delle Nazioni Unite e già nella notte si è convocata una riunione d’urgenza anche del G7.

Oltre agli Stati Uniti, i Paesi partecipanti sono stati: Francia, Germania, Spagna, Canada, Regno Unito, Italia, Giappone, Olanda, e i rappresentanti dell’Unione europea. Per il nostro Paese, naturalmente, la rappresentante sarà il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha già sentito telefonicamente il presidente del Consiglio polacco Mateusz Morawiecki.

Il presidente statunitense Biden ha definito “inconcepibile” il fatto che “in un momento in cui il mondo si riunisce” per chiedere di fermare la guerra “la Russia continui a bombardare, prosegua con la sua escalation in Ucraina“.

La Polonia, nonostante la smentita del Cremlino, avrebbe confermato che i missili caduti nel proprio territorio risultano “di fabbricazione russa“. Ci saranno delle indagini, naturalmente, per confermare come siano andate veramente le cose.

Caso Polonia, articolo 5 della NATO: cos’è, cosa prevede e quando si applica

“Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall’art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale”.

“Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali“.

Quello appena citato è l’articolo 5 dello Statuto della NATO. Se dopo il Consiglio di Sicurezza Onu dopo i fatti avvenuti in Polonia si stabilisse che i missili erano effettivamente russi e che hanno colpito direttamente un territorio Onu, potrebbe essere un momento di svolta. E non si tratterebbe probabilmente di una svolta positiva e diretta a favorire i negoziati di pace. Si attendono con molta preoccupazione gli sviluppi su questa vicenda, che ha stravolto l’agenda del G20.