DOHA, QATAR - DECEMBER 18: In this handout image provided by Qatar 2022/Supreme Committee, Qatar inaugurates fourth FIFA World Cup 2022 venue, Ahmad Bin Ali Stadium on December 18th, 2020 in Doha, Qatar. Qatar inaugurates fourth FIFA World Cup 2022™ venue, Ahmad Bin Ali Stadium, in front of 50% capacity crowd. The 40,000-capacity venue will host seven matches during Qatar 2022 up to the round-of-16 stage. Fans in attendance were required to show negative COVID-19 test results before entering the venue. (Photo by Qatar 2022/Supreme Committee via Getty Images)
”Mi chiedo quale sia l’opportunità politica di fare queste manifestazioni in paesi dove tutti sanno che ci sono violazioni dei diritti umani e tutta una serie di problematiche molto forti. La Fifa che tipo di messaggi vuole dare? Se lo sport vuole lanciare un messaggio di pace e fratellanza vedo una grandissima contraddizione nel fare un mondiale in Qatar”. Così all’Adnkronos Benedetta Argentieri, regista, produttrice, sceneggiatrice e giornalista esperta di Medio oriente. Nel 2022 ha presentato alla 79esima Mostra del Cinema di Venezia, fuori concorso, ‘The Matchmaker’, un documentario incentrato sulla figura di Tooba Gondal, una delle più famose jihadiste britanniche.
”Il Qatar è un paese dove migliaia di lavoratori sono morti per la costruzione degli stadi che ospitano questo evento – spiega la regista – La Fifa e i vari organi internazionali potevano chiedere al Qatar di avere un certo tipo di rispetto dei lavoratori perché è impressionante la quantità dei morti tra i lavoratori immigrati”.
Quanto all’iniziativa dell’Inghilterra di inginocchiarsi prima della partita di esordio con l’Iran come gesto di solidarietà alla protesta delle donne la regista continua: ”Non è compito degli sportivi quello di cambiare le cose, sicuramente un gesto di solidarietà va sempre bene ma non basta. Il gesto di solidarietà da parte degli sportivi dovrebbe essere poi accompagnati da un certo tipo di politiche”.