Matteo Salvini è stato costretto ad annullare, ieri a Mondragone, nel Casertano, il suo comizio nel lido Kursaal per le forti contestazioni subite, tanto che la polizia ha effettuato quella che è stata definita una “carica di alleggerimento” prima dell’arrivo dell’esponente della Lega Nord.
“Sciacallo!” era scritto sul lungo stiscione esibito lungo la strada di Mondragone dove si trovano i palazzoni dell’ex Cirio che ospitano la comunità bulgara costretta in quarantena per un focolaio di coronavirus nella zona rossa casertana.
Espliciti anche i cori: “Buffone, buffone”, “Lavaci col fuoco”.
Salvini ha provato a prendere la parola qualificando i contestatori come “qualche balordo dei centri sociali al servizio della camorra” ma poi ha capitolato.
Ha anche tentato una pietosa bugia – “Ci hanno tagliato i fili dell’elettricità” – poi smentita, il capo della Lega Nord, che pensava probabilmente di poter soffiare sul fuoco alimentando la tensione con la comunità bulgara e offrire una sponda politica all’insofferenza di alcuni mondragonesi che non vedono di buon occhio “gli stranieri”.
Il capo della Lega Nord, insomma, non ha trovato l’accoglienza che si aspettava, anzi: ad accoglierlo i davvero pochi militanti mondragonesi della Lega Nord, ma soprattutto i tanti ragazzi dei centri sociali di Mondragone, della vicina Castel Volturno, di Caserta e della rete antifascista di Napoli.
Un cartello si chiedeva: “Sei contro noi terroni, sei contro neri e zingari. Perché sei qui?”.