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Montante, Cicero imputato di reato connesso, le dichiarazioni

Antonello Montante si lamentò del fatto che Marco Venturi non aveva contribuito economicamente alla campagna elettorale di Rosario Crocetta per le elezioni regionali. Era successo, infatti, che la segretaria di Crocetta, dopo aver parlato con il senatore Beppe Lumìa, andò alla Sidercem per chiedere a Marco Venturi un contributo di 20 mila euro. Venturi disse che non aveva assolutamente intenzione di contribuire. Cosa che appresi dallo stesso Venturi”. Lo ha detto l’ex presidente dell’Irsap Alfonso Cicero, le cui dichiarazioni sono rese oggi in qualità di indagato per reato connesso e non come teste.

Gli avvocati Giuseppe Dacquì, Giuseppe Panepinto e Carlo Taormina prima che la corte procedesse alla deposizione di Alfonso Cicero, hanno sollevato un’eccezione sulla posizione giudiziaria dello stesso. I tre legali hanno evidenziato che l’ex presidente dell’Irsap Sicilia attualmente indagato per diffamazione e calunnia, fosse sentito non in qualità di teste ma in qualità di persona indagata di reato connesso, risultando iscritto nel registro degli indagati unitamente a Montante per fatti strettamente connessi al processo. Eccezione che è stata accolta dal tribunale.

“Montante, dopo un mese dalla fine della campagna elettorale – ha aggiunto Cicero – mi disse ‘Venturi è un tirchio. Non ha dato niente, quando altri invece lo avevano fatto’. E mi elencò anche una serie di imprenditori che avevano contribuito alla campagna elettorale. La nomina di Linda Vancheri come assessore alle Attività Produttive – ha aggiunto Cicero – ci lasciò tutti increduli visto che era la sua segretaria”.