CATANIA – “Sono stati anni molto burrascosi che hanno visto Catania cadere sempre più in basso, sino a un pesantissimo default finanziario. Una città disastrata, abbandonata. Con tante emergenze e incompiute. Che fine ha fatto il progetto di corso Martiri? E le tante promesse per la zona industriale? Per questo è venuto il momento di cambiare regime e ci vuole un sindaco che abbia una grande visione di insieme e una spiccata capacità rivolta alla concertazione”. Lo dice il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Musumeci, che invita tutti i candidati proiettati verso il voto, a mostrarsi disponibili a una visione strategica che dovrà coinvolgere tutte le forze della città nell’immane sforzo di una ripresa.
“Ora col Pnrr bisogna invertire la tendenza – continua Musumeci – perché anche con l’istituzione della Zes qualcosa si sta muovendo. Vedo qualche titubanza e rallentamento nell’iter del Piano regolatore del porto e m i auguro che anche in questo campo si faccia sul serio.
In che senso?
“Il nuovo sindaco dovrebbe da subito aprire un dibattito con la città anche sul futuro del porto. è vero che il porto di Catania produce tanto Pil alla città, ma così come è organizzato, con tutta la confusione che regna all’interno del suo perimetro, non è funzionale come dovrebbe. Tantomeno dovrebbe essere regolamentato dal punto di vista turistico. Se questa città vuole avere una vocazione turistica, come tantissime volte è stato sbandierato, serve un percorso ben attrezzato, per ospitare le navi da crociera, che accompagni il passeggero sin dentro la città. Inoltre bisognerebbe individuare anche un percorso dalla città al mare. Talvolta si incontrano in via Tempio gruppi di turisti che appaiono come smarriti, che non sanno come raggiungere le spiagge…Il turismo può essere volano dello sviluppo, ma per questo è necessaria una cultura turistica che ancora scarseggia”.
Lavoro fa rima con zona industriale…
“Se si mette tutto in moto tra finanziamenti Pnrr, Zes, aree aeroporto e interporto, Catania potrebbe diventare un centro commerciale euromediterraneo. Ma occorre in primis aprire un discorso serio sulla zona industriale. Per questo noi dell’Ugl ci auguriamo che la nuova amministrazione abbia una visione di insieme della città e faccia concertazione e partecipazione per creare sviluppo e nuova occupazione”.
Catania è una grande città che vive nel degrado…
“Ma assolutamente sì. La nuova amministrazione dovrebbe partire dalle periferie per poi farle convergere verso il centro della città. Occorrono quindi persone autorevoli per invertire un trend negativo che non accenna a diminuire. Oggi l’amministrazione pubblica in generale è datata. La media dei dipendenti è di 60 anni. Occorre quindi avere il coraggio di rinnovare questa macchina e bisogna che la politica si prenda coraggio e faccia le assunzioni che occorrono. Se non si rinnova l’amministrazione pubblica si rischiano di perdere tutti i finanziamenti pubblici”.
Da decenni ogni sindaco si è sempre allargato la bocca parlando di recupero delle periferie. Ma nulla è stato fatto. Partendo da Librino.
“Credo che una delle misure più idonee per il recupero delle periferie, oltre alle offerte per i giovani e i centri di aggregazione, passa attraverso la creazione all’interno di quelle aree di centri istituzionali. In passato a Librino si era parlato della nuova cittadella giudiziaria. Poi della nuova questura. E infine di poli di uffici comunali. Non stato fatto nulla”.
Voi avete sempre puntato l’attenzione sulla alta percentuale di disoccupazione giovanile. Catania in che condizione si trova?
“Abbiamo all’incirca il 50% e oltre di giovani disoccupati. Un dramma. I giovani vanno via e non riusciamo a intercettarli e a tenerli qui”.
Cosa vi attendete da questa campagna elettorale?
“Che vinca il più capace. Tutto dipenderà da come si svilupperà questa campagna elettorale. Il rischio è che la possibile frammentazione dei poli, sia a destra che a sinistra, potrebbero dar vita a una competizione con cinque e forse più candidati alla poltrona più alta, col risultato d’avere, alla fine, un consiglio frammentato in mano ai soliti proprietari di Caf e ai vecchi politici. Un’assemblea spezzettata e un sindaco debole rivolto alla svendita delle posizioni per trovare un equilibrio, che magari verrà trovato a scapito delle emergenze della città. Proprio uno scenario che bisognerebbe evitare a tutti i costi”.