Ammontano a 1,2 miliardi le rate non pagate (comprese inadempienze probabili e sofferenze) dai siciliani per mutui o acquisti. Il dato è contenuto in uno studio della Fabi (la federazione bancari italiani) che lancia l’allarme: “se chi di dovere non prende gli opportuni provvedimenti assisteremo ad un vero disastro per tante famiglie che avevano creduto alla stabilità e che purtroppo constatano che nell’arco di pochi anni tutto è cambiato in peggio” dice Carmelo Raffa che guida la federazione in Sicilia.
Secondo le elaborazioni di Fabi sulla base dei dati di Banca di Italia l’intero ammontare dell’erogato in Sicilia (a marzo 2023) è di 30,8 miliardi di euro diviso in 20,4 miliardi a tasso fisso e i restanti dieci (10,4) da rimborsare a tasso variabile. Del totale delle rate non pagate dai siciliani 473 milioni vanno sotto la voce sofferenze, 598 sono le inadempienze probabili e 215 le rate già scadute. La metà delle rate non pagate (tra mutui e credito al consumo e altri prestiti) si concentra in Sicilia in due provincie: Palermo (373 milioni di euro) e Catania (315)
L’aumento dei tassi di interesse per contrastare l’inflazione spaventa sempre di più. Specie quanti hanno acceso un mutuo con una rata a tasso variabile: legata appunto al variare dei tassi. Sempre secondo la Fabi in Italia le famiglie indebitate sono 6,8 milioni, pari a circa il 25% del totale. Per 3,5 milioni di famiglie i prestiti sono stati contratti per comprare una casa. In Sicilia (dati della Banca di Italia di fine Giugno) nel 2022 l’erogato annuale per i mutui ha toccato la cifra di due miliardi tornando a livelli prepandemia, le famiglie residenti con un mutuo in essere sono il 10% del totale per importi mediamente più bassi del 5% del resto della nazione. Nel corso del 2022, nota la Fabi nello studio, i tassi di interesse sui prestiti sono aumentati e nuovi incrementi sono inevitabili con il costo del denaro ulteriormente aumentato al 3,75%.
Per quanto riguarda i nuovi mutui, continua Fabi, le rate di quelli a tasso fisso sono destinate a raddoppiare, mentre per quelli a tasso variabile il “rimborso” mensile dovrebbe salire del 50-60%. Più nel dettaglio, per un mutuo a tasso fisso da 200.000 euro di 25 anni (il tasso medio applicato dalle banche potrebbe essere nettamente superiore al 5%), la rata mensile sarà di 1.218 euro; per un prestito da 100.000 euro, sempre di 25 anni, col tasso al 5,1%, la rata mensile sarà, invece, di 597 euro. Quanto ai vecchi mutui, invece, nessuna differenza per quelli a tasso fisso, mentre le rate di quelli a tasso variabile hanno subito aumenti fino al 65%.