Nessun siciliano nel Governo Draghi. Una scelta che non piace alla politica siciliana che adesso spera in una “compensazione” nella nomina dei viceministri e dei sottosegretari. Tra l’altro M5s e Italia Viva, in termini di voti, rappresentano tanto per l’Isola.
“Non si può non notare l’assenza di siciliani al governo anche se il Ministero del Sud a Mara Carfagna mi rende molto felice. Speriamo nei sottosegretari, sono fiducioso”, ha detto il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè (Fi).
“La Sicilia è pronta a mettersi al tavolo del confronto sui dossier ancora aperti: misure economiche, attuazione dello Statuto, sburocratizzazione per le opere pubbliche e grandi infrastrutture, solo per citare alcuni esempi. Salute e lavoro sono i due pilastri di questo nostro tempo. E ognuno deve fare la propria parte”, ha commentato il presidente della Regione Nello Musumeci una volta letti i nomi della squadra di Draghi.
La differenza del Conte bis che vedeva la presenza di ben quattro ministri siciliani (Provenzano, Bonafede, Catalfo e Azzolina) è lampante. Una situazione che non si registrava da quando a Palazzo Chigi
sedeva Mario Monti.
Forte la delusione tra i cinque stelle. «Non era certo questo il governo che ci aspettavamo. Siamo delusi sia dal nome dei ministri, che dalla loro provenienza geografica.
La Sicilia è stata totalmente dimenticata e in questo momento storico, con la programmazione del Recovery fund, può essere devastante, contribuendo ad allargare ancora di più il gap tra Nord e Sud. Se fossimo al posto dei parlamentari siciliani a Roma non voteremmo la fiducia al governo Draghi» affermano i deputati del M5s all’Ars.
Qualche perplessità anche nella Lega. «Certo è un fatto che salta all’occhio, lo ritengo casuale ma speriamo che ci sia l’attenzione da parte di tutti i ministri» commenta Nino Minardo, segretario regionale del Carroccio. «I nostri – aggiunge – sono di assoluta qualità e insieme lavoreremo per la Sicilia, ma chiederemo una maggiore attenzione nelle scelte di viceministri e sottosegretari».
Una richiesta che, per una volta, trova d’accordo anche il segretario regionale del Pd Antony Barbagallo: «Non sempre la presenza di siciliani è garanzia di attenzione, ma in questo quadro la rappresentanza al governo sarebbe stata fondamentale, è una ferita e il Pd ha il compito di rimuoverla come il numero esiguo delle donne, speriamo nei viceministri e nei sottosegretari».