Il popolo del no invade Trieste, blocca il centro e lancia accuse di “fascismo mascherato” da misure sanitarie. A Milano trova il muro dei blindati a presidiare piazza del Duomo, dove era in corso un comizio di Giorgia Meloni a sostegno del candidato sindaco: volano insulti al premier Draghi, e qualche manganello.
In migliaia si radunano anche a Roma, in piazza San Giovanni, dove il sit-in assume toni da campagna elettorale, non si vedono tanto i cartelli e i soliti slogan, quanto piuttosto gli striscioni dei vari movimenti, più o meno dichiaratamente politici, che hanno coalizzato il dissenso contro le restrizioni.
Dovevano essere almeno una sessantina, in grandi città e comuni più piccoli come Bassano del Grappa e Francavilla al mare, le piazze autoconvocate sui social da chi si oppone, con vari accenti, alle restrizioni, al Green pass e ai vaccini. Ma le altre manifestazioni sono molto meno partecipate, tanto che nel gruppo Telegram più frequentato serpeggia la delusione, complice un’incomprensione sull’appuntamento per il raduno: qualcuno sapeva alle 16, altri alle 18. “A Firenze ci sono i turisti”, commenta frustrato un utente.
I no-Green pass festeggiano comunque l'”assedio” di Trieste e l’irruzione di Milano. Qui, alla manifestazione inizialmente fissata in piazza Fontana e “non preavvisata” come precisa la questura, c’erano circa duemila persone. Un gruppo ha provato a entrare in piazza Duomo, forzando il cordone. Contestatori e polizia sono arrivati a un contatto, ma non si hanno notizie di contusi. Terminato il comizio, i manifestanti sono riesciti a passare sul retro del Duomo. Molti gli studenti, ma non c’erano solo giovani. In testa al corteo lo striscione “No green pass all’università… e nell’intera società”, accompagnato dallo slogan: “Se non cambierà bloccheremo la città”. Sotto osservazione anche Torino, anche per la concomitanza con l’altro corteo cittadino del Pride.
Qui i no-pass sono scesi in piazza per il decimo sabato consecutivo, erano alcune centinaia ma non si sono creati disordini. Secondo gli organizzatori, a Trieste avrebbero partecipato 20mila persone, la questura parla di 7mila. Tra i manifestanti anche il candidato a sindaco no-vax Ugo Rossi e gli indipendentisti del Territorio libero di Trieste.
E una pensionata di 74 anni che proclama il suo credo negazionista: “Io il vaccino non lo faccio, c’è il grafene e con il 5G ci controllano a distanza”. “Obbligo Green pass vile ricatto” e “No Green pass no apartheid” le scritte sugli striscioni. Il corteo è passato davanti alla sede regionale della Rai, dove non sono mancate urla contro la stampa, accusata di diffondere messaggi non veritieri sulla pandemia e sul vaccino. Un refrain già sentito in altre manifestazioni, quando addirittura i giornalisti sono stati malmenati. “Basta attacchi a Rai e media”, ha commentato la capogruppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani.
Ai giornalisti anche la solidarietà del governatore Massimiliano Fedriga: “Non è che se non scrivono le fake news che si trovano sui social allora sono dei traditori”. Non sono solo le piazza a infiammarsi, sui social i toni si accendono: “Se non vogliamo la schiavitù dobbiamo agire con la forza non con le manifestazioni”, azzarda una persona che su Telegram si nasconde dietro una sigla. “Togliamo la corrente per una settimana”, si lancia un altro membro del gruppo, che invece si identifica con nome e cognome. Per lunedì notte è annunciata la protesta dei camion-lumaca: “alle 00.00 del 27 e per tutta la settimana blocchiamo le corsie autostradali, 30 km/h e 4 frecce per riconoscerci”. E nel tam tam, qualcuno si organizza per fare altrettanto in macchina. Difficile capire se e quanto la minaccia possa essere effettiva. Il primo settembre il popolo del No aveva annunciato il blocco delle stazioni ma poi tutto è finito in un flop.