Trapani

Trapani Servizi, la sfida del presidente Mino Spezia

TRAPANI – Una formula uno ai box in attesa di sapere se ci sarà la gara. Ma anche una macchina da guerra. In sintesi: “Trapani Servizi”. Società partecipata del Comune capoluogo che ha l’ambizione di trasformarsi nel tempo in una holding pubblica di tutto il territorio trapanese. Ecco perché il consiglio comunale ha approvato le modifiche allo statuto. Ecco perché il sindaco Giacomo Tranchida ha invitato – con più di una lettera – gli altri sindaci ad aderire, ad entrare nella compagine societarie, acquistando il 19% delle azioni. Ecco perché ha scelto un ex sindaco per presiederla. Si tratta di Mino Spezia. Stessa tessera di partito in tasca, quella del Pd. Ma in questo caso la politica è sostanza e non potere ed è pure esperienza, perché Spezia è stato al vertice della Srr “Trapani Nord”.

Il compito del neo presidente è titanico. Dovrà programmare i servizi che la società potrà gestire. Non più e non solo una parte del ciclo dei rifiuti. La società ha in carico la discarica comunale e l’impianto di riciclaggio. Cosa non da poco in una Regione che si affida al nuovo Piano regionale dei rifiuti come alla manna dal cielo per andare oltre l’ordinaria emergenza. Ma potrà, meglio dire, potrebbe occuparsi della pulizia delle spiagge, della cura del verde pubblico, della valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, dello spazzamento di vie e piazze, di derattizzazione e di disinfestazione, di discerbatura. Un elenco ancora lungo di attività che rimandano alla nascita di una multiservizi con una loro gestione in house.
Tanto onore, tanti oneri presidente Spezia.

“Direi proprio di sì. Studiando la struttura della società ed esaminando i primi atti emerge con forza la grande occasione che si presenta per il nostro territorio. Un progetto che può dare mettere a sistema i Comuni della provincia con la possibilità di rendere i servizi più efficienti e sicuramente ad un minor costo per le economie di scala che si possono realizzare. Tanta concretezza da mettere in campo, ma che potrà avere un riscontro soltanto se riusciremo a fare, tutti assieme, un salto culturale”.
Che c’entra la cultura con i rifiuti, con i canili e quant’altro?
“Al contrario. È fondamentale perché la nuova Trapani Servizi dovrà contare su un collegiale salto di qualità. Mi riferisco, ad esempio, alla necessità di non considerarla una partecipata che difende gli interessi del capoluogo, ma che può essere messa in rete nel territorio trapanese. È necessario inoltre uscire dall’idea che si tratta di una partecipata che si occupa di rifiuti. Non è più così. È parte integrante del ciclo per la gestione della discarica e dell’impianto di riciclaggio, oltre che per gli investimenti che puntano a trasformare il rifiuto in energia, ma dovrà essere vista e seguita come una società multiservizi. A me la parola holding, che spesso viene utilizzata per parlare di questo nuovo corso non piace, preferisco pensare ad una casa comune dei servizi. Ma è comunque questa dimensione più ampia che va presa in considerazione e valorizzata”.

Dovrà comunque occuparsi di rifiuti, su questo non c’è dubbio. Così come non c’è dubbio che si tratta di un tema spesso “caldo” e difficile in Sicilia?
“Sono d’accordo. Non lo dica a me. A poche ore dalla mia nomina, davanti ai cancelli della discarica c’erano i mezzi pieni di spazzatura che arrivavano da alcuni Comuni della provincia di Palermo. Sul punto posso garantire che la mia presidenza avrà come riferimento i quattro obiettivi strategici delineati in ambito europeo: prevenzione, riuso, recupero di materia ed energia e smaltimento. È inoltre evidente che non ci sono alternative alla raccolta differenziata, che mi auguro possa raggiungere al più presto e soprattutto bene, la quota del 65% in tutta la Sicilia. Sono inoltre consapevole di avere un preciso mandato che nasce dal Documento unico di programmazione del Comune, quello di favorire, in discarica, l’introduzione di processi di produzione di biometano da rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata. La società ha investito in questa direzione. Ci sarà ora da confrontarsi con il Piano regionale dei rifiuti che affida il sistema rifiuti alla gestione diretta di Comuni e Liberi Consorzi, lasciando alla Regione un ruolo d’indirizzo e di controllo”.

Sa bene che quello dei rifiuti è un settore ad alto rischio. Ci sono interessi consolidati. C’è, lo dicono le inchieste giudiziarie, la presenza di Cosa Nostra.

“Ritengo che per fermare il malaffare e le infiltrazioni mafiose serve una strategia. Ma non mi fermo alla dichiarazione d’intenti. Avere una strategia significa ricondurre il sistema ad un regime ordinario, superando la logica emergenziale, che è stata frutto d’incapacità della politica ma anche dell’azione d’interessi forti che sono riusciti a condizionare la gestione del ciclo dei rifiuti. Avere una strategia significa seguire procedure snelle e trasparenti che devono essere espressione di una sintesi normativa e di un governo del settore cristallino. Avere una strategia significa coinvolgere realmente i territori e considerarli protagonisti del progetto di cambiamento e non ostaggi della burocrazia. Condividiamo una strategia e saremo vincenti. E la mafia avrà più di un problema ad infiltrarsi”.

Come vede i rifiuti sono sempre al centro dell’attenzione.
“Come vede, la mia idea trova conferma. C’è bisogno di un salto culturale e programmatico per aprire le porte a quella che giornalisticamente chiamate la Grande Trapani Servizi. è una conferma che mi fa essere fiducioso sul lavoro che saremo chiamati a svolgere”. Spezia potrà contare sull’impegno degli altri due consiglieri d’amministrazione: Marilena Ciotta e Roberto Fede. Nel Cda ci sono ancora due posti vuoti. Potrebbero essere messi a disposizioni delle due Srr – Trapani Nord e Trapani Sud – e degli altri Comuni del territorio se la svolta culturale indicata ed invocata da Spezia troverà il consenso di sindaci ed amministratori.