Ci avevano provato le associazioni a chiedere alla Regione di spostare il progetto nella città satellite. Cittàinsieme e Rete piattaforma per Librino avevano scritto una lettera aperta al presidente Musumeci e al sindaco di Catania Salvo Pogliese per chiedere che il nuovo Centro direzionale della Regione Siciliana venisse realizzato in altro luogo rispetto a quello identificato, ovvero Nesima superiore. E è proprio lì invece che sorgerà.
È stata appena firmata la convenzione con cui il Comune cede all’Amministrazione regionale una vasta superficie di terreno nella zona nord-ovest della città, vicino all’ospedale Garibaldi, su cui sarà realizzata la nuova struttura che ospiterà tutti i dipendenti dei dipartimenti regionali presenti nell’area urbana etnea. A sottoscrivere l’intesa sono stati il direttore della Direzione patrimonio del Comune, Gaetano Oliva, e il direttore del Dipartimento tecnico regionale, Salvatore Lizzio, alla presenza del governatore Nello Musumeci e dell’assessore comunale all’Urbanistica Enrico Trantino.
«Abbiamo compiuto- afferma il presidente Musumeci – il primo importante passo avanti nell’ottica di razionalizzare e rendere più funzionali gli uffici regionali presenti nel capoluogo catanese. Il Centro direzionale, all’ingresso della città, oltre a eliminare i disagi per gli utenti, consentirà un risparmio di fitti passivi per circa un milione di euro l’anno che gli uffici regionali pagano per essere ospitati in immobili privati. La Regione si farà inoltre carico della realizzazione dell’opera e della riqualificazione dell’area, nel rispetto del territorio».
La convenzione, frutto dell’interlocuzione avviata lo scorso anno dal governo Musumeci con il sindaco Salvo Pogliese prima e con il vice sindaco Roberto Bonaccorsi dopo, prevede che le opere di urbanizzazione primaria e gli interventi di riqualificazione dell’area siano eseguiti dalla Regione. Il Dipartimento tecnico regionale procederà alla pubblicazione di un bando di progettazione per lo studio di fattibilità. Il progetto dovrà prevedere anche la tutela e la valorizzazione delle lave risalenti all’eruzione dell’Etna del 1669, presenti nell’area.
Due considerazioni, fra le molteplici, scrivevano Cittainsieme e Rete piattaforma Librino
1) l’area individuata dalle parti ricadrebbe in zona sottoposta a tutela del Piano Paesaggistico, dato che in quest’area insiste la colata lavica del 1669, e non edificabile secondo il PRG;
2) Nel Piano di Zona di Librino è previsto che nell’area di Viale Librino debba sorgere un Centro” Direzionale per Uffici Pubblici”
3) Perché costruire nuove opere anziché riqualificare l’esistente? Dov’è finito l’imperativo categorico del“consumo di suolo zero”?
“Dopo l’apertura del nuovo Ospedale San Marco – proseguiva la lattera – avevamo iniziato a credere ad un’inversione di tendenza della politica che permettesse di abbandonare (finalmente) l’idea di Librino come un mero quartiere dormitorio, attribuendole finalmente quel valore strategico che la sua posizione naturale le riconoscerebbe: Assessorati Comunali, Cittadella delle Forze dell’Ordine, Uffici Giudiziari, nuovo Stadio, Centri Direzionali… darebbero un grande impulso a quest’area della Città, garantendo il giusto mix tra edilizia residenziale e servizi dei quali Librino e i suoi 70.000-80.000 abitanti hanno estremo bisogno e, soprattutto, sfruttando a vantaggio di tutti gli utenti un’area che in termini di viabilità, collegamenti autostradali, parcheggi, collegamenti prossimi con la Metropolitana non ha certamente uguali con altre zone della città. Vantaggi di cui certamente non gode “Nesima Superiore” rispetto alla quale, all’edificazione di un mega Centro Direzionale Regionale corrisponderebbero ulteriori intasamenti di traffico che andrebbero ad aggiungersi a quelli che già oggi impediscono, nelle ore di punta, di compiere un solo passo”.