Rimane un mistero l’omicidio di Salvatore Di Salvo, il bracciante agricolo 69enne trovato morto in un’auto nelle campagne di contrada Cambuca, a Monreale (PA), nella zona di Grisì.
L’uomo sarebbe stato raggiunto da diversi colpi d’arma da fuoco. Un agguato in piena regola, effettuato mentre il 69enne si trovava a bordo del suo fuoristrada Mitsubishi, e ancora – agli occhi degli inquirenti – senza un movente preciso.
L’uomo è stato trovato senza vita nelle campagne di Grisì martedì mattina, all’interno della propria auto. Aveva segni di colpi d’arma da fuoco – presumibilmente di fucile – al torace e all’addome. I primi elementi fanno pensare a un agguato. Non si esclude – data la posizione del cadavere al momento del ritrovamento – un tentativo di fuga da parte di Di Salvo.
A trovare il corpo è stato il figlio, con il quale lavorava nei campi.
Sul luogo dell’omicidio sono intervenuti i carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Palermo e i militari dell’Arma di Partinico. Al loro vaglio, in queste ore, stanno passando le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona, al fine di individuare elementi utili per rintracciare l’autore dell’agguato o almeno il veicolo utilizzato per la fuga dopo il delitto (sempre che ne sia stato usato uno e che il killer non sia fuggito a piedi).
I carabinieri stanno poi ricostruendo le ultime ore di vita della vittima, nonché il passato di Di Salvo e i contatti telefonici. In particolare, gli inquirenti stanno analizzando il cellulare di Di Salvo al fine di individuare prove di eventuali minacce o liti precedenti all’omicidio. L’attenzione è alta anche sui contatti della vittima, fratello di Nicolò Di Salvo, titolare della Quadrifoglio Group di Partinico, azienda coinvolta nella strage sul lavoro di Casteldaccia dello scorso maggio. La comunità è ancora sotto shock per l’accaduto.
La dinamica dell’omicidio è ancora avvolta nel mistero, così come il movente del killer. Diverse le piste prese in considerazione dagli inquirenti, ma non ci sarebbe ancora nessun sospettato. Secondo gli inquirenti, dati gli elementi noti sulla dinamica dell’agguato, è probabile che l’assassino conoscesse bene la vittima e le sue abitudini.
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