Sanità

Gli infettivologi: Omicron 2 e 3, tasso di mortalità bassissimo, quasi come l’influenza

Omicron 1, 2 e persino la variante 3,  (che sembra più contagiosa delle sue consorelle, anche se ancora di più, meno mortale) comincerebbero ad apparire come virus che pian piano si stanno avvicinando a quelli di una influenza stagionale che provoca tantissimi contagi e il decesso, prevalentemente, di solo soggetti fragili. Addirittura, azzardano alcuni esperti infettivologi, la similitudine con l’influenza potrebbe esserci se soprattutto si raffrontano i dati tra i due coronavirus in fatto di ricoveri nelle terapie intensive e il tasso di mortalità.

Mortalità oggi bassissima, come quella influenzale

Questo scenario, meno virulento rispetto al passato, sarebbe la conseguenza, soprattutto, delle vaccinazioni e, in particolare, della copertura del booster, la terza dose che finora ha consentito a milioni di persone di chiudere il ciclo vaccinale.

carmelo iacobello

Ad essere su questa lunghezza d’onda anche il direttore del dipartimento Malattie infettive del Cannizzaro, Carmelo Iacobello. “In effetti – spiega il primario – se facciamo il paragone con i decessi della precedente ondata, cioè la Delta, oggi siamo in una situazione molto ma molto migliore. Con le varianti Omicron abbiamo ormai un tasso di mortalità bassissimo, ma soltanto se parliamo di veri malati di Covid e non di quei malati col Covid che finiscono nei nostri reparti infettivi non ricevendo una assistenza totalmente adeguata alla loro condizione di salute.

Il problema dei positivi asintomatici con patologie gravi ma… nel reparto sbagliato

Concordo perfettamente col mio collega, prof. Bruno Cacopardo, nel dire che la situazione negli ospedali è oggi aggravata soprattutto dal numero in aumento di soggetti che arrivano in ospedale con altre patologie e poi risultano positivi finendo nei nostri reparti. Tanto che secondo noi, questo problema organizzativo,  potrebbe essere risolto se si evitasse di tamponare tutti i malati che arrivano nei Pronto soccorso e limitarsi a fare il tampone solo a quelli che presentano sintomi. Oggi abbiamo nei reparti anche persone anziane e fragili che ci mettono persino alcune settimane prima di negativizzarsi e noi in Malattie infettive possiamo anche fare l’impossibile, ma non fornire una assistenza mirata secondo la loro patologia”.

Scenari differenti rispetto al passato

Secondo l’esperto siamo davanti a uno scenario differente rispetto al passato e l’endemizzazione del virus se da un lato fa dormire sonni tranquilli, dall’altro rischia senza interventi di causare ancora più confusione negli ospedali.

“Fermo restando il fatto che presto occorrerà un provvedimento ad hoc per superare la situazione dei malati con il Covid – continua Iacobello – dal punto di vista virologico staremmo andando verso una endemizzazione para influenzale del Covid. L’unica differenza consiste nel diverso ciclo stagionale, perché i virus influenzali si presentano soltanto in un determinato periodo dell’anno, mentre, al contrario, Omicron  è presente anche in estate. Quello che, però,  possiamo dire con certezza è che la pressione negli ospedali, per i veri malati Covid sta diminuendo e lo si nota anche dalla pressione nelle Ranimazioni che hanno spesso più malati con il Covid che per il Covid e quelli che vengono ricoverati per polminiti sono quasi sempre non vaccinati”.

Nelle rianimazioni più malati con “il Covid che per il Covid”

Le parole di Iacobello sono confermate dai numeri di alcuni ospedali. Si prenda quelli della Terapia intensiva Covid  del San Marco, dove su nove pazienti ricoverati due sono in reparto per sintomi gravi da Covid, entrambi tra l’altro non vaccinati,  mentre gl altri sette sono affetti di altre patologie, ma sono positivi. 

Chi sono i pazienti in terapia intensiva

Al Cannizzaro, invece, su sei pazienti in Rianimazione, tutti sono affetti da polmoniti gravi da virus, ma soltanto uno di questi è vaccinato. “Il problema vero oggigiorno non  riguarda l’impatto patogenetico del virus che è in ritirata, ma l’alta diffusività che fa risultare positivo circa il 20% dei tamponi effettuati. Questo significa che lo scenario è quello di un’alta circolazione del virus che comincia a somigliare all’andamento di una influenza, con pochi sintomi, soprattutto per i soggetti vaccinati e qualche caso grave prevalentemente solo tra i fragili”.

Bruno Cacopardo, ospedale Garibaldi

Anche il prof. Bruno Cacopardo dice la sua sul possibile paragone tra l’influenza stagionale e l’Omicron: “Non possiamo dire che l’andamento del Covid stia diventando una vera e propria influenza, perché  in Omicron non è evidenziata la stagionalità, ma la sua costanza nel tempo. Quello che può, comunque, confermarsi con certezza è che raramente un vaccinato con tripla dose alla fine finisce in rianimazione. E’ uno scenario a dir poco eccezionale, anche se al momento solo il tempo può dirci  come andrà realmente…”.