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Omicron 2, il virus ora rischia di uccidere due volte in Sicilia

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Omicron 2, il virus ora rischia di uccidere due volte in Sicilia

Giuseppe Bonaccorsi  |
mercoledì 23 Marzo 2022

Parla il prof. Bruno Cacopardo: "No a reparti infettivi che diventano bivacchi di asintomatici. In questo modo rischiamo di dare a molti malati di altre patologie una assistenza non appropriata"

“Purtroppo stiamo vivendo in un momento storico in cui non c’è il rischio di una mancata assistenza, ma quello di una non appropriata assistenza sanitaria negli ospedali”. E così Omicron 2 rischia di uccidere due volte. Lo dice il primario di Malattie infettive del Garibaldi Nesima, prof. Bruno Cacopardo in merito all’aumento dei positivi giornalieri e della conseguente crescita di pazienti Covid che finiscono nei reparti non per sintomi e polmoniti, ma soltanto perché positivi al tampone.

Cure inappropriate per Covid endemico

Già oltre due mesi fa, in una audizione in Commissione consiliare Sanità della presidente Sara Pettinasto (medico del Garibaldi) i tre primari di Malattie infettive degli ospedali Garibaldi, Cannizzaro e San Marco di Catania, Cacopardo, Iacobello e Montineri avevano lanciato l’allarme sull’ormai imminente rischio di inappropriatezza delle cure qualora il Covid fosse diventato endemico.

Bruno Cacopardo, ospedale Garibaldi

I tre dirigenti medici lamentavano la sussistenza di disposizioni volte a sottoporre a tampone nei pronto soccorso qualsiasi paziente arrivasse per ogni patologia, appurando che poi una percentuale non ininfluente di questi degenti risultava positiva e quindi, anziché finire in reparti idonei per la loro patologia, veniva destinata a finire letteralmente ‘parcheggiata’ in Malattie infettive in attesa che si negatizzasse.

Cure inappropriate per i pazienti positivi con altre patologie

Ma in questo modo questi pazienti non riceverano cure appropriate rese quasi impossibili dallo stato della situazione.  I tre dirigenti avevano proposto all’ufficio del commissario Covid Pino Liberti una soluzione affinchè questa potesse essere esaminata dagli uffici dell’assessoato regionale.

Secondo la proposta una soluzione verosimile era quella di creare o reparti ad hoc delle più svariate patologie, per accogliere gli asintomatici contagiati, ma giunti in ospedale per altre patologie, o la crerazione di zone grigie in ogni reparto ove accogliere questi degenti. Finora niente si tutto questo  è stato adottato.

Positivi asintomatici con patologie gravi diverse dal Covid

Così adesso, con una Omicron 2 e 3, altamente infettivi,  il  numero di positivi asintomatici nei pronto soccorso sta crescendo a dismisura e la situazione sta diventando allarmante: “Non vorrei essere frainteso – precisa l’esperto infettivlogo, – ma in questo momento ci ritroviamo i reparti pieni di degenti asintomatici, affetti anche da altre patologie gravi, come problemi cardiaci, oncologici, ematici… E siccome le cure possono non essere appropriate, i danni che ne derivano possono essere molti seri”.

“Insomma – puntualizza Cacopardo – oggi ci ritroviamo davanti a una condizione sanitaria in cui Il problema clinico prioritario di un paziente passa in secondo piano rispetto a una infezione da Covid asintomatica e quindi  – secondo me – il rischio teorico è di influire sui tassi di mortalità generale. E’ un rischio teorico, intendiamoci -. mette le mani avanti l’esperto – ma possibile laddove un paziente finisca con l’essere gestito in un ambiente inappropriato per la sua patologia a causa solo della presenza di Rna riscontrato nel naso”.

Una nuova strategia sanitaria

Il primario torna quindi a spingere affinché le autorità sanitarie, vista anche l’imminente riapertura di tutto e del conseguente possibile aumento dei positivi, attivino tutti quegli sforzi per cambiare strategia sanitaria “altrimenti – spiega Cacopardo – ci ritroveremo davanti a questo che sarà uno dei problemi più gravi del futuro sanitario che, se non gestito subito, peggiorerà, se non vogliamo puntare sull’idea di creare in un ambiente infettivologico i bivacchi di malati con Covid”.

“Devo dire a malincuore – ha concluso l’infettivologo – che io in tempi non remoti avevo avanzato il pericolo che ci ritrovassimo in questo stato.  Ora il processo di endemizzazione del virus ci mette davanti a una urgenza nel rivedere tutti i parametri e la gestione dell’assistenza sanitaria che rischia senza accorgimenti di non essere più adeguata”.

Giuseppe Bonaccorsi

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