Cronaca

Operazione Condor, le mani della mafia sulla vendita di uva, droga e slot machine: 10 arresti

Nuova operazione antimafia (denominata “Condor”) in Sicilia, nello specifico in provincia di Agrigento: i carabinieri stanno eseguendo una serie di arresti a carico di 10 persone tra Licata, Palma di Montechiaro, Canicattì e nella parte orientale della provincia agrigentina.

Ecco i primi dettagli sul blitz, che scaturisce dalla precedente operazione antimafia “Xydi”. Quest’ultima aveva portato, nel febbraio 2021, all’arresto di 23 persone da parte dei carabinieri del Ros.

Operazione Condor, carabinieri contro la mafia di Agrigento

Dall’alba di oggi, 11 gennaio 2023, i carabinieri del comando di Agrigento e del Ros di Palermo sono impegnati nell’esecuzione di 10 misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari del capoluogo regionale su richiesta della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia).

L’operazione antimafia Condor ha interessato diversi luoghi della provincia di Agrigento, come Licata, Palma di Montechiaro e Canicattì, richiedendo l’impiego di oltre 100 militari (con il supporto anche dei colleghi di Palermo, Trapani, Caltanissetta ed Enna e anche dello squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia. Gli indagati sono accusati di traffico di droga, estorsioni ai danni di imprenditori, associazione a delinquere di tipo mafioso e danneggiamenti a mezzo incendio.

Sono in corso anche una serie di perquisizioni. Come già specificato, l’odierna inchiesta scaturisce dal blitz “Xydi” del 2021. Al tempo, il Ros riuscì a individuare una rete di fiancheggiatori del boss latitante Matteo Messina Denaro e ad arrestare 23 persone (tra loro anche due poliziotti e la penalista Angela Porcello). L’operazione antimafia di oggi ad Agrigento è un altro duro colpo per i clan siciliani, colpiti ieri da un altro blitz in provincia di Ragusa ai danni della Stidda di Vittoria.

Le indagini

Le indagini nell’ambito dell’operazione Condor ad Agrigento hanno consentito di acquisire un grave compendio indiziario relativo agli assetti mafiosi nel territorio di Favara e Palma di Montechiaro, dove convivevano Cosa nostra e formazioni criminali simili alla Stidda (Paracchi).

Pare che il vertice della famiglia mafiosa di Palma Montechiaro facesse anche da “garante” a favore di un esponente della Stidda. Gli indagati avevano messo in piedi un vero e proprio “business” fatto di controllo di attività commerciali (soprattutto nel settore della vendita di apparecchi da gioco e della vendita d’uva), “messe a posto” di imprenditori tramite estorsioni a tappeto e danneggiamenti, minacce e traffico di droga.

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