Operazione antimafia a Vittoria: 5 arresti, colpo alla "Stidda" - QdS

Anni di estorsioni e minacce dai mafiosi, l’incubo di 2 ristoratori e il blitz antimafia – VIDEO

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Anni di estorsioni e minacce dai mafiosi, l’incubo di 2 ristoratori e il blitz antimafia – VIDEO

Redazione  |
martedì 10 Gennaio 2023

Erano l'incubo di un'attività di ristorazione del Ragusano gli indagati dell'operazione antimafia avviata alle prime luci dell'alba dai carabinieri.

Operazione antimafia a Vittoria, in provincia di Ragusa: i carabinieri sono impegnati, dalle prime luci dell’alba, nell’esecuzione di una serie di ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 5 persone (3 delle quali appartenenti alla “Stidda” vittoriese.

A emettere le ordinanze è stata la Direzione Distrettuale Antimafia di Catania.

Operazione antimafia a Vittoria, “colpo” alla Stidda

Le persone indagate, 5 in tutto (3 dei quali risultano appartenenti alla Stidda”, sono ritenute responsabili di estorsione continuata in concorso, aggravata dall’appartenenza ad associazione mafiosa, nei confronti di un esercizio di ristorazione situato a Scoglitti.

La complessa attività investigativa, svolta avvalendosi sia di metodi tradizionali che di supporti tecnici, ha consentito di documentare come i 5 indagati, tutti pregiudicati (e 3 appartenenti alla famiglia “Ventura”, inserita nel clan mafioso “Dominante Carbonaro” della Stidda vittoriese), avrebbero richiesto, in più occasioni, ai titolari del ristorante il pagamento di alcune somme di denaro minacciando, in caso di diniego, di arrecare danni all’esercizio commerciale. Una volta avrebbero perfino minacciato di scatenare un incendio. 

Le indagini che hanno portato all’odierna operazione antimafia a Vittoria sono state avviate ad agosto 2020, dopo una denuncia da parte dei proprietari del ristorante. Il lungo giro di estorsioni e minacce è andato avanti dal 2014 al 2020. E il denaro estorto serviva al “sostentamento” del clan mafioso vicino alla Stidda.

Le indagini svolte, hanno consentito anche di verificare come il valore del denaro estorto nel tempo ai due ristoratori abbia superato la somma complessiva di 4.000 euro. L’ipotesi accusatoria, allo stato condivise dal giudice per le indagini preliminare in sede, dovranno trovare conferma in esito al procedimento penale che verrà instaurato nel contradditorio fra le parti, come previsto dalla legge.

Immagine di repertorio

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