Sono 37 gli indagati nell’ambito del maxi blitz contro la cosiddetta “mafia dei pascoli“, che ha portato a 23 arresti (più 14 ordinanze interdittive della sospensione dall’esercizio di attività imprenditoriali) e a sequestri dal valore complessivo di oltre 750mila euro nell’area dei Nebrodi.
L’operazione ha visto l’intervento congiunto dei carabinieri del Ros, del comando provinciale dei carabinieri per la Tutela Agroalimentare, dei finanzieri del comando provinciale messinese e della Squadra Mobile della Questura di Messina, con il supporto di nuclei eliportati e del nucleo cinofili di Catania, e ha interessato il territorio di Tortorici (ME) e le province di Siracusa, Enna, Rovigo, Catania e Gorizia.
Le forze dell’ordine hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 37 soggetti, appartenenti e/o indiziati di appartenere alla mafia “tortoriciana”, poiché indagati, nel rispetto della presunzione di non colpevolezza fino a sentenza definitiva, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione dedita alla coltivazione, acquisto, detenzione, cessione e al commercio al minuto di droga di vario tipo, estorsioni, trasferimento fraudolento di valori, truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche in concorso, riciclaggio e autoriciclaggio, malversazioni di erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.
I reati fine (a eccezione di quelli di falso e malversazione di erogazioni pubbliche) sono aggravati ai sensi dell’art.416.1 bis c.p. poiché commessi avvalendosi delle condizioni previste dall’articolo 416 bis c.p., per agevolare l’attività dell’associazione di stampo mafioso dei “tortoriciani”, nella sua articolazione del gruppo dei Bontempo Scavo e del gruppo dei Batanesi, operante a Tortorici e sulla fascia tirrenica della Provincia di Messina.
Il provvedimento si pone in prosecuzione rispetto agli esiti dall’operazione Nebrodi 2 eseguita nel gennaio 2020 dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Messina e dai carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale e del Comando Tutela Agroalimentare su delega della locale D.D.A. che aveva fatto luce sulla fitta interconnessione di interessi criminali sui fondi europei e che aveva condotto all’arresto oltre 100 soggetti, per 91 dei quali, il 31 ottobre 2022, i giudici del Tribunale di Patti (ME), dopo il Processo di I grado, hanno emesso sentenza di condanna per complessivi 600 anni di reclusione. Tra qualche settimana inizierà il processo di secondo grado davanti alla Corte d’Appello di Messina.
Il blitz anti mafia odierno, avvalendosi anche delle dichiarazioni rese da 3 collaboratori di giustizia, già appartenenti al gruppo mafioso dei Batanesi, ha consentito di ricostruire, seppur nella preliminare prospettazione accusatoria:
Nell’ambito del blitz Nebrodi 2 contro la mafia dei pascoli, i finanzieri e i carabinieri del Comando Tutela Agroalimentare hanno eseguito il sequestro preventivo di 349 titoli AGEA, definiti “tossici” poiché acquisiti fraudolentemente e del sequestro, anche per equivalente, di somme superiori a 750.000 euro da prelevare sui conti di 8 società, derivanti dalle truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni riguardanti le campagne agricole 2015-2020.
Le indagini confermano che le frodi comunitarie continuano a rappresentare uno dei principali mezzi di finanziamento illecito delle organizzazioni mafiose, assieme a quelli tradizionali (es. estorsioni o traffico di sostanze stupefacenti), più appetibili perché espongono gli autori a minori rischi.