Messina

Operazione Risanamento: avanti fino all’ultima baracca a Messina

Un anno fa la nomina del prefetto Cosima Di Stani a commissario straordinario del Governo “per la demolizione, la rimozione, lo smaltimento e il conferimento in discarica dei materiali di risulta, il risanamento, la bonifica e la riqualificazione urbana e ambientale delle aree ove insistono le baraccopoli di Messina, nonché per il ricollocamento abitativo delle persone ivi residenti”, come si legge nel decreto di giugno 2021 del Cdm. Un incarico che è stato prorogato per un altro anno dal Consiglio dei ministri nella seduta del 15 giugno 2022, alla luce del rispetto del cronoprogramma definito all’inizio del mandato.

In questi dodici mesi, come si legge anche in un report pubblicato sul sito del ministero per il Sud e la Coesione territoriale, gli occupanti delle baraccopoli di Annunziata e delle Case D’Arrigo hanno potuto trasferirsi nei nuovi alloggi, consentendo alla Struttura commissariale di procedere con la demolizione delle baracche presenti in queste aree. Altri duecento alloggi sono stati assegnati alle famiglie dei Fondi Camaro Sottomontagna, Salita Tremonti, Via Macello Vecchio e Via delle Mura – dove le demolizioni sono in corso – e di Fondo Fucile, dove il Comune ha provveduto ad abbattere le baracche.

Il commissario straordinario inoltre ha acquisto attraverso bandi pubblici 52 alloggi – alcuni sul libero mercato, altri della Pubblica amministrazione – che saranno assegnati alle famiglie al termine dei lavori per la manutenzione e la messa in sicurezza attualmente in corso. Sono già state avviate le procedure per l’acquisto di altre 150 abitazioni, ai quali se ne aggiungono ulteriori 26 di proprietà del ministero della Difesa, per cui si attendono chiarimenti.

È stato quindi avviato un percorso che per completarsi andrà oltre i tre anni previsti dalla legge speciale 76/2021 approvata dal Parlamento e ai 100 milioni di euro assegnati se ne dovranno aggiungere altri. Il Comune ha già previsto con “Qualità dell’abitare” ulteriori finanziamenti per costruire e comprare abitazioni, ma non è il solo progetto in cantiere perché la liberazione del territorio dal degrado, fino all’ultima baracca, è un obiettivo da cui non si può più tornare indietro.

Lo ha ribadito anche Marcello Scurria qualche settimana fa, nel giorno del suo commiato dalla presidenza di ArisMe, l’Agenzia comunale per il risanamento da lui pensata fin dal 2008, che in quest’ultimo anno ha supportato la struttura commissariale conservando la sua funzione di braccio operativo nel nuovo corso avviato dall’Amministrazione De Luca e dalla legge speciale supportata a Roma dai parlamentari messinesi. Scurria è tornato a fare l’avvocato.

“C’è un tempo per ogni cosa – ha detto – non c’è alcuna dietrologia”. Tutto ciò sgombrando il campo da ipotesi su una decisione che potesse essere legata al cambio De Luca–Basile nella guida dell’Amministrazione. In attesa dell’avvio dell’iter per la nomina di un nuovo presidente a svolgere le funzioni sarà Alessia Giorgianni, componente del Cda di ArisMe.

In pochi anni è stato fatto quanto non si è raggiunto in mezzo secolo, ha sempre sottolineato Scurria, nonostante i fondi della famosa legge 10 del 1990 che stanziava 500 miliardi di lire, circa 258 milioni di euro. Di quei soldi ne sono stati spesi più o meno 110 per costruire in 29 anni 498 unità immobiliari. In circa quattro anni sono state comprate e assegnate 350 case e demolite quattro favelas. La scelta è stata quella di non costruire casermoni ghetto ma acquistare abitazioni del mercato immobiliare per una integrazione sociale oltre che abitativa. E poi la legge nazionale e la collaborazione con il commissario di Governo “Non scorderò mai – ha detto Scurria – gli occhi e gli sguardi delle persone alle quali abbiamo consegnato le chiavi delle nuove case, anche in pandemia, o il tour in bus insieme alle famiglie assegnatarie, nelle varie zone per scegliere gli appartamenti, o la pagina che ci ha dedicato il New York Times”.

“Quando abbiamo iniziato – ha concluso – c’era un tunnel, noi abbiamo visto la luce. Spero di poter comunque esserci per festeggiare il giorno in cui diremo che è stata demolita l’ultima baracca”.

Lina Bruno