La scuola vista da scuola

L’ora di lezione e l’Agenda Onu 2030

Nella settimana in cui si celebra la “Giornata mondiale dell’insegnante” (istituita dall’Unesco il 5 ottobre 1994) mi soffermerò sull’ora di lezione, che nell’ultimo anno ha subito delle notevoli trasformazioni. Se già, grazie all’autonomia scolastica, la sua durata poteva essere ridotta a 50 minuti, adesso non può superare i 45 minuti se “a distanza”. Fino a sette mesi fa conoscevamo un solo tipo di didattica, quella “di presenza”, ora, invece, si è aggiunta quella “a distanza”, che può essere in modalità “sincrona” o “asincrona”, a seconda che l’insegnante e gli studenti siano collegati in tempo reale oppure no.

Sono lezioni a distanza in modalità sincrona le videolezioni in diretta o lo svolgimento di elaborati o di test da parte degli studenti mentre il professore è in collegamento con loro. Sono, invece, lezioni asincrone le attività di approfondimento individuale con l’ausilio di materiale digitale fornito dall’insegnante, oppure la visione di documentari o altro materiale video predisposto o indicato dall’insegnante, o, infine, la realizzazione di elaborati digitali nell’ambito di un progetto di lavoro assegnato dall’insegnante anche a gruppi di studenti. Da non confondere quest’ultimo con l’ordinaria attività di studio dei contenuti disciplinari, i c.d. compiti per casa.

Ma come organizzare una lezione a distanza in modalità sincrona? Come riuscire a mantenere alta l’attenzione degli alunni? Questa è la vera sfida che gli insegnanti devono affrontare tutti i giorni, nonostante i mezzi siano molto spesso insufficienti. Nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, infatti, l’Obiettivo 4 contempla l’“Istruzione di qualità”, ovvero “un’educazione di qualità, equa ed inclusiva e opportunità di apprendimento per tutti (…) contribuendo a migliorare la vita delle persone e a raggiungere lo sviluppo sostenibile”.

Twitter: @LRussoQdS