È stata raggiunta l’intesa tra Abi, Apsp, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Fipe per la realizzazione di un protocollo comune finalizzato alla “mitigazione”, alla “maggiore comprensibilità” e “compatibilità” dei “costi di accettazione” sui pagamenti Pos.
L’accordo è stato siglato al Ministero dell’Economia e delle Finanze e ha ottenuto il parere positivo da parte dell’Autorità garante per la concorrenza e il mercato (Agcm).
In particolare, la novità interessa chi svolge attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi che sono tenute ad accettare pagamenti con Pos e che presentano ricavi e compensi non superiori a 400mila euro relativi all’anno di imposta precedente.
La finalità quella di ridurre l’impatto delle commissioni a carico delle piccole attività commerciali in presenza di transazioni economiche di basso valore, cioè di importo non superiore ai 30 euro. Secondo le banche e le associazioni di settore che hanno sottoscritto il protocollo, inoltre, queste iniziative commerciali dovrebbe essere “significativamente competitive” per quanto riguarda le transazioni di importo unitario almeno fino a 10 euro.
Si tratta di una condizione comunque differente rispetto a quella discussa in origine. Infatti, la proposta di partenza che era stata ipotizzata dal Governo era quella di ridurre sensibilmente i costi di fino a 30 euro e di azzerare del tutto le commissioni per i pagamenti Pos fino a 10 euro. Ipotesi difficilmente percorribile.
Così come stabilito nella sede del Ministero dell’Economia e delle Finanze, le iniziative commerciali dovranno essere pubblicizzare per almeno 6 mesi e avranno una durata non inferiore a 9 mesi.
Inoltre, così come previsto dal protocollo, i prestatori di servizi a pagamento che operano come “soggetti abilitati all’accettazione di pagamenti con carta presso gli Esercenti” aderenti, dovranno utilizzare uno schema standard allegato all’accordo di rappresentazione delle condizioni previste dalle offerte commerciali, a fini di maggiore trasparenza.
Secondo Confesercenti, l’accordo stipulato nelle scorse ore permetterà un risparmio sulle commissioni fino a 500 milioni di euro l’anno. Sempre l’associazione, citando dati elaborati dall’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, sottolinea come nel corso del 2022 il 21% delle transazioni economiche effettuato con carte o bancomat sia stato di 10 euro o meno.
Il 32% dei pagamenti è stato 15 euro o meno, mentre le transazioni fino a 30 euro hanno rappresentato il 58%. In base alle stime dell’associazione, l’utilizzo di carte e bancomat è costato alle imprese circa 5 miliardi di euro tra commissioni e costi accessori.
Inoltre, i consumi legati al ricorso agli strumenti di pagamento elettronico potrebbero toccare quota 367 miliardi entro il 2023 e i 529 miliardi nel 2025, superando in questo modo i pagamenti in contanti, destinati a ridursi nello stesso periodo da 769 a 387 miliardi di euro.