Politica

Palermo e rischio dissesto, Orlando chiede aiuto a Draghi

Un intervento del Governo per riequilibrare la condizione di Palermo e scongiurare il dissesto finanziario dopo la bocciatura in Consiglio comunale della delibera per l’aumento dell’Irpef, che avrebbe liberato fondi nazionali per il Comune.

E’ quanto richiesto dal sindaco Leoluca Orlando al presidente del Consiglio Mario Draghi, così come annunciato dal primo cittadino nel corso della conferenza stampa che si è svolta oggi pomeriggio nella Sala Gialla di Palazzo delle Aquile, alla presenza dell’assessore al Bilancio Sergio Marino.

L’appello a Draghi

 “Ho fatto appello al presidente del Consiglio Mario Draghi – ha detto Orlando – perché presti attenzione alle condizioni della città di Palermo che non è stata considerata in maniera adeguata rispetto ad altre grandi città come Torino, Milano, Roma e Napoli.

Questo si è tradotto in una forte sperequazione di risorse: 178 milioni di euro in vent’anni a fronte di oltre un miliardo concessi a Torino, Napoli e Roma. Serve un intervento mirato su Palermo che non merita questa disattenzione. Al presidente Draghi ho anche rappresentato l’assurdità del Fondo crediti di dubbia esigibilità che costringe comuni come Palermo a bloccare risorse, nonostante la città abbia risorse disponibili. Palermo non ha debiti, ma ha piuttosto difficoltà a riscuotere la fiscalità locale. L’amministrazione comunale si è dotata di un Piano di riequilibrio che è modificabile negli anni dalle future amministrazioni, approvato dal Consiglio comunale, previsto dalla legislazione per evitare il disastroso dissesto con il quale, invece, non si potrebbe modificare nulla: salterebbero al massimo tariffe e aliquote fiscali, salterebbe l’aumento delle ore per i dipendenti, salterebbero le nuove assunzioni, si condannerebbero Teatro Massimo e Teatro Biondo e si taglierebbero le spese sociali. Al presidente Draghi – ha continuato il sindaco, parlando con i giornalisti – ho chiesto un provvedimento per Palermo per riequilibrare l’intervento già disposto per il Comune di Roma, Torino e Napoli”.

Lo scenario

Per Orlando, inoltre, “in questo scenario di criticità complessiva si registra il comportamento irresponsabile di alcuni consiglieri comunali che eletti con me al primo turno nel 2017 hanno pensato di schierarsi contro gli interessi della città. Questo loro irresponsabile comportamento pregiudica il futuro di Palermo. Consiglieri comunali irresponsabili che utilizzano la città come un giocattolo mettendo in campo un’azione politica demolitoria senza alcun progetto.

Un comportamento ostruzionistico rintracciabile nelle sedute indecorosamente guidate dal presidente del Consiglio comunale che si è iscritto al partito del senatore Matteo Renzi assumendo un atteggiamento irresponsabile da quando ha tradito gli elettori. Siamo in presenza di una mancanza di cultura di governo. Ma nonostante tutto ciò io vado avanti fino alla fine per garantire al mio successore e al prossimo Consiglio comunale di poter amministrare una città non in dissesto, perché il dissesto è in danno degli interessi dei cittadini e dal dissesto non si esce.

Non consentirò che Palermo venga utilizzata come merce di scambio. Palermo non si può barattare per qualche voto in più in future, altre, elezioni. Farò di tutto – ha concluso il sindaco – per evitare il dissesto sapendo che questo è un dovere nei confronti dei cittadini e delle future amministrazioni”.