PALERMO – Il rimpasto in Giunta è sempre più vicino. L’accelerazione è arrivata nel fine settimana direttamente dalla convention di Fratelli d’Italia “L’Italia vincente”, che si è svolta nel capoluogo al San Paolo Palace Hotel e che è diventata l’occasione per avviare le grandi manovre. Anche il sindaco Roberto Lagalla, fin qui restio a toccare la sua squadra senza prima aver portato a casa gli atti finanziari necessari per far uscire Palermo dal guado, ha dovuto cedere al pressing degli alleati e, già a partire da questa settimana, incontrerà i maggiorenti del centrodestra per definire il nuovo assetto di governo.
“Ho detto – ha spiegato il sindaco a margine della convention – che avrei ascoltato le richieste dei partiti subito dopo la fase di completamento degli atti amministrativi. Vedremo quali saranno le richieste, che fino a questo momento riguardano, mi sembra, quella di Forza Italia di una sostituzione della propria squadra di governo”.
In realtà la richiesta degli azzurri di sostituire l’assessore all’Ambiente Andrea Mineo (che proprio nel fine settimana ha ufficializzato il suo passaggio tra le fila dei meloniani) non sarà l’unica che l’ex rettore dovrà accontentare. Trovare gli incastri giusti non sarà una passeggiata perché da un anno a questa parte gli equilibri all’interno della maggioranza sono cambiati. Le trattative inizieranno da Forza Italia, azionista di maggioranza (insieme a FdI) della sindacatura Lagalla: “Ovviamente parleremo prima di tutti con loro. Siccome si tratta di sostituire alcuni rappresentanti nel governo della città, affronteremo in un dialogo più ampio all’interno della maggioranza”.
Già, perché anche i meloniani sono usciti rafforzati dalla campagna acquisti: i consiglieri sono passati da sei a sette con l’acquisto di Natale Puma da Forza Italia (che ha subito riequilibrato le forze in campo con l’ingresso di Salvo Alotta dalla lista del sindaco “Lavoriamo per Palermo”) ma soprattutto Mineo, fedelissimo di Gianfranco Miccichè, si è presentato al San Paolo Palace per confermare le voci che si rincorrevano da settimane: “Oggi – ha detto – è per me un giorno di grande felicità che consacra l’inizio di un nuovo percorso politico. Per questo voglio ringraziare tutta la classe dirigente di Fratelli d’Italia, i dirigenti nazionali e regionali che mi hanno accolto con grande affetto. Mi sento a casa fra vecchi e nuovi amici”.
E dal palco della convention è arrivata un’altra conferma: la vice sindaco Carolina Varchi – che ha una delega di peso, quella al Bilancio, e in un solo anno ha firmato una decina di documenti economici, arretrati inclusi – lascerà a breve Palermo per dedicarsi a tempo pieno al suo incarico di deputata. “Tra poco – ha annunciato – cesserà il mio impegno da vice sindaco e assessore al Bilancio del Comune di Palermo. Il doppio impegno tra Palermo e Roma è molto faticoso ed è per questo che, a brevissimo, in ossequio all’impegno preso con il mio partito, mi dedicherò a tempo pieno all’impegno di parlamentare”.
Oltre a Mineo e alla dimissionaria Varchi, in bilico ci sarebbe anche Rosi Pennino, a suo tempo indicata in quota Miccichè prima che l’ex coordinatore regionale di Forza Italia divorziasse dal governatore Renato Schifani. Un ruolo da protagonista lo reciterà anche la Nuova Democrazia cristiana, che reclama più spazio in Giunta: in questi mesi il gruppo consiliare dei cuffariani è cresciuto da tre a cinque componenti con il transito di Salvatore Di Maggio dalla Lega e soprattutto di Giovanna Rappa dalla lista del sindaco. La Dc è già in fibrillazione e, per bocca del capogruppo Domenico Bonanno, ha lasciato intendere che non si accontenterà più di un solo assessore ma ne vorrà almeno due: “Prendiamo atto della volontà del sindaco – ha detto Bonanno – di voler avviare un confronto con i partiti di maggioranza, così da procedere con il rimpasto della Giunta, e fa bene a partire dal primo partito della coalizione (Forza Italia, nda) che ha manifestato la legittima esigenza di sostituire alcuni suoi rappresentanti (usa il plurale, nda). Ma come avevo già annunciato nelle scorse settimane, la sostituzione di alcuni assessori è certamente un tema che riguarda tutta la coalizione anche perché, per noi, è necessario e dirimente che vengano rispettati i nuovi equilibri d’Aula”.
“La nostra lealtà e il nostro senso di responsabilità – ha aggiunto Bonanno – hanno contribuito a tenere unita la coalizione in un momento di tensione, la nostra capacità di dialogo politico anche con le opposizioni, nell’esclusivo interesse della città, ha garantito l’approvazione in tempi rapidissimi del Rendiconto. In Consiglio comunale abbiamo approvato atti fondamentali per Palermo e per questa Amministrazione, adesso che il sindaco ha deciso di rivisitare la squadra di governo ritengo doveroso che alla nostra forza politica vengano riconosciuti meriti e peso specifico con un’adeguata rappresentanza in Giunta”.
Dunque, per Lagalla è già tempo del primo rimpasto, partendo però da una posizione certamente indebolita dai recenti trasferimenti di consiglieri: con gli addii di Alotta e Rappa la sua lista “Lavoriamo per Palermo” è scesa da cinque a tre consiglieri e non è escluso che nei prossimi mesi il sindaco possa imprimere un’accelerazione al progetto di un polo centrista insieme ai renziani e, chissà, anche Azione. Pare, infatti, che nelle ultime settimane l’ex rettore abbia aperto un canale di dialogo con il partito di Carlo Calenda, che al momento può contare su due consiglieri: Fabrizio Ferrandelli e Leonardo Canto. La partita è iniziata.