Cronaca

Palermo, l’istituto Gramsci rischia adesso la chiusura



L’Istituto Gramsci siciliano rischia di chiudere.

E’ l’allarme lanciato dal presidente Salvatore Nicosia, il quale collega la decisione di sospendere l’attività alle difficoltà di una controversia con il Comune di Palermo, proprietario dei locali dei Cantieri culturali dove l’istituto gestisce una biblioteca con migliaia di volumi, una emeroteca con le collezioni dei giornali, un archivio storico con documenti della storia siciliana del dopoguerra e le carte di vari personaggi pubblici come Pio La Torre, Camillo Finocchiaro Aprile e Girolamo Li Causi.

La chiusura del Gramsci impedirebbe agli studiosi la ulteriore fruizione di questi materiali. La controversia con il Comune riguarda il canone di locazione del padiglione.

Un protocollo d’intesa compensava la concessione dei locali con i servizi prestati gratuitamente.

Lo prevede anche un regolamento comunale per “le associazioni di alta valenza e utilità sociale e istituzionale”.

Per il passato era stato concordato un pagamento diluito nel tempo. Ma l’intesa non è stata attuata.

L’Amministrazione comunale ha inviato un’ingiunzione di pagamento con minaccia di sfratto che l’Istituto Gramsci ha impugnato in tribunale.

All’udienza il Comune non si è presentato mentre il “debito” contestato è arrivato a settantamila euro.

Viene così smentito, dice il professore Nicosia, l’annuncio che già a giugno aveva dato il sindaco Leoluca Orlando: “Accordo sugli affitti. Il Gramsci è salvo”.

“Le scelte dell’amministrazione – dice Nicosia – raccontano purtroppo una realtà diversa. Il Gramsci non è salvo”.