PALERMO – Ricognizione degli edifici superaffollati e ricerca di nuove aule per assicurare il distanziamento degli alunni nel rispetto delle prescrizioni per la prevenzione del Covid-19. L’assessore alla Scuola, Giovanna Marano, ha illustrato al Consiglio comunale il metodo scelto dall’Amministrazione per iniziare l’anno scolastico rispettando la data del 14 settembre.
Prioritaria è stata la ricognizione delle scuole, che prima della pandemia contavano più alunni rispetto agli spazi effettivamente disponibili. “Già a fine giugno – ha spiegato l’assessore Marano – prima del decreto legge che ha accompagnato il piano scuola abbiamo lavorato su cinque istituzioni scolastiche per non farci cogliere impreparati. Dal 6 luglio, con le regole nazionali, abbiamo incontrato tutti i dirigenti scolastici del primo grado di istruzione della città di Palermo, 72 istituzioni scolastiche che hanno 231 plessi distribuiti in città”.
La ricognizione e gli incontri svolti nelle settimane scorse hanno evidenziato la necessità di trovare ottanta aule per 1.300 bambine e bambini. C’è anche la scuola Franchetti interessata da lavori e a rischio chiusura, mentre le carenze di aule si riscontrano in particolare nella seconda, quinta e ottava circoscrizione. “Si sono svolte – ha aggiunto la rappresentante dell’Esecutivo – le conferenze di servizio per circoscrizione, oltre a incontri su problemi specifici, come nel caso della scuola Franchetti. Sono stati rilevati i disagi e sono stati prioritariamente selezionati gli interventi che avrebbero potuto risolvere i problemi di capienza di alunni e alunne nella struttura scolastica”.
Elencando le date degli incontri, l’assessore Marano è giunta al primo agosto, giorno in cui nel panorama delle scuole superaffollate “oltre alla Franchetti emergevano le scuole dell’ottava circoscrizione che avevano un overbooking di alunni rispetto agli spazi, dalla Garzilli-Trinacria alla Garibaldi-Rapisardi, alla Gentili-Pitrè, istituti particolarmente affollati anche in tempi pre-Covid”.
Il passo successivo è stata la ricerca degli immobili con avviso pubblico. “Chiedendo che si attivasse il percorso Patrimonio – ha spiegato Marano – abbiamo rivolto un appello a Enti pubblici ed ecclesiastici nelle zone in cui si registrava la domanda di spazi aggiuntivi. Prendendo spunto dalla scuola Garzilli, che con successo ha trovato una soluzione nella parrocchia Regina Pacis, è nato il protocollo d’intesa tra Conferenza episcopale siciliana, Regione, Anci e Usr per destinare spazi parrocchiali ed edifici ecclesiastici all’accoglienza degli studenti”.
L’assessore intanto ha annunciato che sono riprese le conferenze di servizio per circoscrizioni. “Siamo tutti alla ricerca – ha spiegato – di soluzioni efficaci per approfondire aspetti insoluti di questa post-emergenza che possono riguardare non solo gli spazi, ma anche la gestione della mobilità, il distanziamento negli orari e tante iniziative che possano accompagnare campagne di prevenzione sanitaria. Auspichiamo, come previsto, che il primo ciclo di istruzione di cui sono competenti i comuni si svolga tutto in presenza e non si debba ripetere nessuna sospensione”.
Nel corso dell’intervento, il capogruppo di Forza Italia, Giulio Tantillo, ha chiesto all’assessore Marano di riaprire l’avviso di ricerca degli immobili. “Mi risulta – ha detto – che molte scuole hanno risposto in data posteriore rispetto alla scadenza dei termini e, inoltre, che alcune circoscrizioni non sono contemplate nell’avviso e sono in grande sofferenza. Chiedo di riaprire i termini per la partecipazione”.
Per Giulia Argiroffi, capogruppo Oso: “È inaccettabile ascoltare che l’Amministrazione si sta attivando adesso, dal momento che le aule mancano da almeno da 14 anni”. Argiroffi ha acceso i riflettori anche sul caro-affitti, ricordando che “il Comune paga 3,7 milioni di euro all’anno di affitti ai privati solo per le scuole”.
Caterina Orlando (Sinistra Comune), ha invece posto l’accento su quello che ha definito “il problema più grande”, ovvero “quello del personale docente. Possiamo pensare a più spazi, ma se il Ministero non dota le scuole dell’organico necessario, sarà impossibile la prevenzione legata solo allo spazio fisico”.
PALERMO – “Un protocollo per convertire beni sequestrati alla mafia in edifici scolastici o di supporto all’attività scolastica”. È la proposta che la Fillea Cgil Palermo ha lanciato oggi da un immobile confiscato alla mafia in via Lussemburgo.
Una proposta che il sindacato ha rivolto a Comune, Città metropolitana, Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati e Prefettura: “Un protocollo – ha spiegato il segretario generale Fillea-Cgil Palermo, Piero Ceraulo – da siglare con le organizzazioni sindacali per l’utilizzo dei beni confiscati alla mafia in modo funzionale, dando priorità all’edilizia scolastica. Tra il 2010 e il 2012 sono state 16 a Palermo le scuole, tra cui la Gramsci, la Cavour e la Impastato, che hanno utilizzato immobili confiscati alla mafia. Da allora, più niente”.
“Noi chiediamo l’utilizzo di questi beni – ha concluso Ceraulo – che possono essere concessi in comodato, in uso gratuito. È uno dei percorsi più brevi per il loro utilizzo. Con una proposta di comodato, si potrebbe partire subito con le manutenzioni e l’ammodernamento energetico delle strutture, per renderle immediatamente fruibili e consentire l’avvio dell’anno scolastico in sicurezza”.