Le sue dimissioni le aveva annunciate cinque giorni fa – il 15 aprile – con una lettera inviata al sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Oggi l’avvocata Marcella La Manna, ex garante per i diritti delle persone disabili e delle loro famiglie del Comune, ha voluto spiegare, in una conferenza stampa, le ragioni della sua scelta. “Oggi annuncio, e con grande dispiacere, che questo mio percorso cominciato nel maggio del 2019 è terminato – dice -. Le mie richieste di un maggiore sostegno da parte dell’amministrazione comunale sono andate tutte inascoltate. Scarsa, per non dire inesistente, la collaborazione con tutta la giunta comunale, con un coinvolgimento del garante, quando c’erano scelte politiche sul mondo della disabilità da fare, pari a zero. L’amministrazione comunale non ha neanche pubblicizzato l’esistenza della figura del garante”.
“Sono stati anni di lavoro, di ascolto, di promozione e sensibilizzazione in materia di integrazione ed inclusione sociale delle persone con disabilità, il tutto con le pochissime risorse e la scarsa attenzione che questa amministrazione mi ha rivolto – dice – Ci sono stati troppi, direi pesanti, silenzi istituzionali che hanno dimostrato poco interesse verso il mondo della disabilità e delle famiglie coinvolte. Non voglio che la figura del garante, che rappresenta la mia persona, sia confusa con questa amministrazione inadempiente. Le mie dimissioni, seppur sofferte, rappresentano un ultimo estremo atto per dare visibilità alle persone con disabilità e alle loro famiglie, costantemente ignorate”.
La Manna non fa sconti all’amministrazione Orlando. “Non ho ricevuto nessuna risposta per quanto riguarda l’abbattimento delle barriere architettoniche – racconta -. Nel dicembre del 2021 ho messo nero su bianco la mia frustrazione con una breve, ma molto densa, relazione di fine anno nella quale lamentavo il fatto che alcuni assessori non mi avevano neanche voluto incontrare. A gennaio 2022 sono ripartita all’attacco per costituire un tavolo permanente per i Peba, i piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche, una legge del 1986 che a Palermo è rimasta sempre lettera morta. Questo ulteriore silenzio è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e così, dopo avere convocato l’organismo territoriale e spiegato le mie ragioni, ho deciso di rassegnare le mie dimissioni”.