Aprire e chiudere le partite Iva in breve tempo è un sotterfugi per commette reati come l’evasione fiscale, cioè i titolari emettono, per così dire, regolarmente le fatture durante l’attività, ma quando arriva il momento di adempiere alla normativa fiscale chiudono bottega e risultano introvabili.
La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto norme o, meglio, commi per contrastare questa piaga che in Italia è molto diffusa, Sicilia compresa. Il record di partite Iva “apri e chiudi” individuate da un’indagine condotta dall’Agenzia delle Entrate, di cui ne è stata disposta la chiusura, appartiene soprattutto alla Lombardia e al Lazio.
Al 31 luglio 2023 l’Agenzia delle Entrate ha emanato 1.221 provvedimenti di cessazione d’ufficio della Partita Iva, in applicazione della nuova normativa diretta a scongiurare il fenomeno evasivo delle partite Iva “apri e chiudi”.
Di queste, 359 sono state intercettate e chiuse in Lombardia (29%), 254 nel Lazio (21%) e 166 in Campania (14%). A seguire Toscana e Veneto con 105 chiusure. In tutte le restanti regioni i provvedimenti hanno interessato complessivamente 232 soggetti.
I criteri di rischio per l’individuazione delle Partite Iva da sottoporre a controllo e i presupposti per la chiusura d’ufficio sono stati individuati in un Provvedimento delle Entrate firmato dal Direttore, Ernesto Maria Ruffini, il 16 maggio 2023.
Le indagini in corso, il report: “Grazie alle analisi svolte dalle strutture antifrode dell’Agenzia sulla base delle nuove norme e con l’ausilio di un nuovo e specifico applicativo informatico è stata elaborata un’ulteriore lista selettiva di oltre 500 Partite Iva aperte fra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022, caratterizzate da anomalie sotto il profilo soggettivo e caratterizzate da consistenti operazioni economiche, pari nel complesso ad oltre 2 miliardi di euro, sui quali sono in corso approfondimenti”.
“La Legge di bilancio per il 2023 ha introdotto due commi al DPR 633/1972 che prevedono nuove misure di prevenzione e contrasto ai fenomeni di evasione connesse al rilascio delle Partite Iva. In particolare, il comma 15-bis.1 prevede la cessazione d’ufficio della Partita Iva per quegli operatori economici caratterizzati da profili di grave e/o sistematica evasione e di inadempimento degli obblighi fiscali nell’esercizio di attività che si esauriscono dopo un breve ciclo di vita (cd. “Partite Iva apri e chiudi”) – si legge nel comunicato ufficiale diffuso dall’Agenzia -. Il comma 15-bis.2 stabilisce che il soggetto destinatario di un provvedimento di cessazione della Partita Iva possa richiedere l’attribuzione di una nuova Partita Iva solo previa presentazione di una polizza fideiussoria o di una fideiussione bancaria della durata di tre anni e dell’importo minimo di euro 50.000 (o, comunque, parametrato alle violazioni fiscali commesse, se di importo superiore)”.
Nell’Isola non sono tantissime le partite Iva “apri e chiudi”, però comunque si tratta di numeri importanti. In totale dalla medesima indagine e dai controlli effettuati è disposta la chiusura di ben 35 aziende.
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