ROMA – La crisi del governo Lega-M5s continua a scuotere la politica siciliana. Per il Pd questa crisi rischia di bloccare i decreti del cosiddetto fondo salva imprese. È quanto affermano i deputati dem all’Assemblea regionale siciliana dell’Area “Pd dei territori”, Catanzaro, Di Pasquale, Arancio e Gucciardi.
Per i quattro deputati “sarebbe gravissimo se, per questione di alchimie e tattiche politiche di bassa lega, si sacrificasse l’aspettativa della Sicilia nel vedere sbloccate opere infrastrutturali fondamentali per il rilancio dell’intera regione, mortificando i diritti di migliaia di lavoratori e di centinaia di aziende, che solo fino a qualche tempo fa avevano gioito per l’approvazione del fondo stesso”.
I quattro dem lanciano un appello: “Si parli meno di poltrone e si lavori di piu’ per l’interesse dei territori”, e rilanciano il tema delle opere infrastrutturali, comprese le strade di collegamento fra le aree metropolitane e i territori interni.
“Esistono opere – hanno scritto in una nota – quali la Palermo-Agrigento, la Caltanissetta-Agrigento o la Ragusa-Catania, che non possono attendere i comodi della politica; si faccia cinque presto e si adottino i decreti attuativi che consentano di sbloccare tali cantieri, rasserenando i lavoratori e mettendo in cassaforte le loro prerogative e i loro diritti. Se la politica smette di essere al servizio dei cittadini e diventa irresponsabile gioco di poltrone – hanno concluso i deputati del Pd – perde di senso e di significato”.
La crisi del governo nazionale, dunque, domina il dibattito politico di questi giorni. In una intervista ad un quotidiano nazionale il sindaco di Palermo Leoluca Orlando si è detto contrario ad un accordo tra il Movimento Cinquestelle e il Pd solo per evitare il voto: “L’Italia – ha detto – ha bisogno di una visione, in un momento di continua mortificazione dei diritti umani e delle liberta’ fondamentali per tutti. Non serve dirsi contro Salvini, ma e’ urgente offrire una proposta alternativa credibile”.
Orlando ha ricordato che sulla ipotesi di un nuovo Governo deve decidere il parlamento. “Il fatto irrinunciabile è il rispetto della legalità costituzionale, che prevede in primo luogo il ruolo del Parlamento, ma anche il rispetto dei diritti umani, il principio della separazione dei poteri, il rispetto dei valori fondanti dell’Ue”.
Di bluff parla Adolfo Urso, senatore di Fratelli d’Italia. “Con la proposta di Salvini si è scoperto il bluff di Di Maio: il taglio dei parlamentari serviva solo a rinviare di almeno un anno ogni ipotesi di elezioni”.
Urso propone una soluzione: “Se Di Maio vuole davvero raggiungere questo obiettivo possiamo fare un patto chiaro: tagliamo i parlamentari e nel contempo le forze politiche comunicano al Presidente della Repubblica la loro comune volontà di andare subito al voto”. In quel caso Urso ritiene inevitabile andare alle urne. “Non c’è tempo da perdere, basta con le pantomime, l’Italia ha bisogno di un governo coeso con un programma di radicali riforme economiche, consacrato dagli elettori: il centrodestra sovranista unito può farlo”.
Il leader della Lega, Matteo Salvini, non ha dubbi: “Il 20 agosto sfiduceremo il premier. In tantissimi – chiedono che non ci siano giochini di palazzo, governi tecnici. La via maestra, democratica, trasparente, lineare, è quella delle elezioni.Stiamo facendo tutto il possibile perché gli italiani possano votare. No a governi strani, prima si vota, meglio è”.