Economia

Pensioni, cosa cambia con il nuovo Governo? Idee e riforme per il 2023

Il tema delle pensioni sarà una delle priorità per le quali il futuro Governo italiano dovrà mettere mano in vista dei prossimi mesi. Da gennaio 2023, infatti, non saranno più applicate Quota 100, Quota 102 e l’Opzione Donna e, in assenza di nuovi adeguamenti, tornerà in vigore la legge Fornero.

La legge permetterà ai lavoratori di andare in pensione a 67 anni e con 20 anni di contributi, oppure dopo 42 anni e dieci mesi di contribuzione. Per le donne, rispetto agli uomini, varrà la regola di un anno in meno.

Inoltre, a causa dell’inflazione che è tornata a crescere nei mesi scorsi e che potrebbe mantenersi intorno all’8%, a partire dal 2023 è previsto un incremento della spesa pensionistica dello 0,7% del Pil, pari a 13 miliardi di euro.

Le prossime settimane saranno quindi importanti per definire il futuro delle pensioni.

Riforma pensioni, le idee del nuovo Governo

I tre grandi partiti della Coalizione di centrodestra che andranno a costituire il nuovo esecutivo dovranno quindi trovare un accordo in grado di soddisfare le attese dei cittadini.

La proposta di Fratelli d’Italia

Fratelli d’Italia, il partito che ha raccolto il 26% dei consensi alle ultime elezioni Politiche, propone un innalzamento delle pensioni minime e sociali, così come una crescita delle pensioni di invalidità che non potranno essere più basse rispetto ad altre tipologie di assistenza sociale.

FdI, inoltre, vorrebbe superare l’adeguamento automatico dell’età pensionabile alla speranza di vita, abolendolo.

L’idea di Forza Italia: mille euro per tutti

Forza Italia, come sostenuto da tempo da Silvio Berlusconi, continua a sostenere l’aumento delle pensioni minime mille euro. Facile a dirsi, meno a farlo poiché i costi diventerebbero eccessivi.

Uno recente studio dell’Osservatorio conti pubblici italiani (CPI) ha calcolato un potenziale esborso di 31 miliardi di euro per una platea di 6 milioni di persone.

La Lega ci prova con Quota 41

La Lega, dopo aver accantonato l’idea di Quota 100, ha proposto che consentirebbe a chi ha totalizzato 41 anni di contributi di andare immediatamente in pensione, a prescindere dall’età.

Pensioni, già a ottobre un primo aumento

In attesa dell’insediamento ufficiale del Governo che dovrebbe concretizzarsi a giorni, già a ottobre 2022 è stata applicata la rivalutazione delle pensioni che sarebbe dovuta scattare a gennaio 2023 proprio a causa dell’inflazione.

Chi non supera i 35.000 euro lordi di reddito annuo e ha ritirato la pensione, avrà potuto notare un aumento del 2% dell’importo.

La modifica sarà visibile anche nei cedolini di novembre, dicembre e tredicesima 2022.

Pensioni, come si calcola l’aumento

L’aumento, comunque, non verrà applicato per tutte le pensioni allo stesso modo. Per farsi un’idea della crescita, bisogna prendere in considerazione il dato del trattamento minimo di pensione, pari oggi a 523,83 euro.

L’adeguamento riguarderà tre fattori in particolare: 100% dell’inflazione per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo, 90% dell’inflazione per le pensioni che oscillano tra 4 e 5 volte il trattamento minimo e il 75% dell’inflazione per le pensioni che superano per 5 volte il trattamento minimo.