Economia

“Pensioni, elettori traditi”: ma la spesa sale a 322 miliardi

“Tutti i partiti del centrodestra in campagna elettorale hanno detto che avrebbero azzerato le tasse e fatto miracoli sulle pensioni. Una volta al governo hanno cambiato idea su tutto: dall’euro, alle trivelle, alle accise sulla benzina, alle pensioni. Hanno preso con l’elettorato impegni che non stanno mantenendo”. Così la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi, commentando le novità sulle pensioni contenute in Manovra.

Ha ragione Boschi, alcuni esponenti del centrodestra in un passato non troppo lontano avevano lanciato ripetutamente promesse mirabolanti sulle pensioni, assicurando che l’aumento degli importi degli assegni ci sarebbe stato. Poi la doccia fredda, i conti con la realtà. “Dall’arrivo di Meloni – ha proseguito Boschi – le pensioni stanno cambiando di anno in anno: Opzione donna è stata modificata l’anno scorso e quest’anno è ancora peggiorata perché hanno alzato l’età minima per accedervi e ristretto i requisiti, lo stesso vale per quota 100: 103 nel 2022 e quest’anno diventa 104. Dopo aver massacrato la Fornero oggi fanno peggio. Forse Salvini, dopo aver detto che se non avesse abolito la riforma Fornero i cittadini avrebbero avuto il diritto di spernacchiarlo, oggi dovrebbe chiedere scusa”, ha concluso.

I dati Inps

La buona notizia è che la strada tracciata da Salvini non era percorribile. Il Governo Meloni lo ha capito ed è tornato sul pianeta Terra, imboccando l’unica strada possibile: quella della prudenza. Proprio ieri, tra l’altro, l’Inps ha diffuso i dati relativi al 2022: le prestazioni erogate sono state pari a 322 miliardi di euro, che corrisponde a un importo medio per prestazione di 14.150 euro. Rispetto al 2021, il numero di prestazioni è aumentato dello 0,06% e il corrispondente importo complessivo annuo è aumentato del 2,9%. Numeri che la dicono lunga sulla sostenibilità di un sistema, quello pensionistico per l’appunto, su cui grava il “dramma” dei contributi che vengono versati dai lavoratori ma che da soli non bastano a coprire le uscite.

E a proposito di sostenibilità del sistema pensionistico, il Quotidiano di Sicilia, analizzando il rapporto della Corte dei conti, aveva riportato l’allarme lanciato dalla magistratura contabile: “Tra vent’anni un assegno su tre sarà a carico della fiscalità generale”. Già nel 2021, si legge nel rapporto della Corte dei conti, lo Stato italiano è stato costretto ad intervenire di tasca propria con 54 miliardi di euro per sopperire alle insufficienti entrate contributive. Obiettivamente, i numeri per le promesse non ci sono mai stati.