Politica

Perequazione, il ministro Provenzano, la Sicilia, le infrastrutture e il dovere dell’eccellenza per il Sud

Il fatto che ritenga non corretto in termini numerici il calcolo di Eurispes – che nel suo rapporto 2020 ha parlato di una “rapina” da 840 miliardi in diciassette anni del Nord al Sud -, non significa che non ammetta il problema dei minori finanziamenti al Mezzogiorno. Anzi.

Giuseppe Luciano Calogero Provenzano, detto Peppe, nato a San Cataldo, nel Nisseno, trentotto anni fa, prima di diventare ministro per il Sud nel settembre dello scorso anno era il brillante vicedirettore dell’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno. E proprio ai numeri di Svimez ha fatto riferimento nel parlare della ripartizione dei finanziamenti tra Centro-Nord e Sud.  

Sebbene sia basato sui dati ufficiali della Relazione annuale 2019 del Cpt (Conti Pubblici Territoriali), secondo alcuni ricercatori il calcolo di Eurispes – che ovviamente non concorda – sarebbe errato nell’impostazione.

E questo perché le risorse provenienti dallo Stato sono solo una parte della spesa pubblica dello Spa (Settore pubblico allargato), l’indicatore utilizzato.

Ma ciò non significa che i dati di spesa Spa non certifichino un gap in termini di servizi essenziali pubblici tra il Centro-Nord e il Sud del Paese.

La relazione per l’audizione Svimez

Infatti, nella relazione presentata del dicembre scorso durante l’audizione Svimez alla Commissione Finanze della Camera – nell’ambito della “Indagine conoscitiva sui sistemi tributari delle regioni e degli enti territoriali nella prospettiva dell’attuazione del federalismo fiscale e dell’autonomia differenziata” – si legge che “La fonte Cpt consente di concludere che la ripartizione della spesa regionalizzata evidenzia una sistematica violazione del principio di equità orizzontale”. E nel caso di Spa, secondo il Cpt, citato da Svimez, il rapporto è tra il 70,9 del Centro-Nord e il 29,1 del Meridione. Non solo: la relazione Svimez spiega che “analizzando oltre allo Stato, gli altri Enti della Pa … le classifiche regionali… smentiscono la vulgata di un eccesso di spesa pubblica nelle Regioni meridionali”.

Il dovere del Sud di puntare all’eccellenza

Insomma, come, ha sottolineato Provenzano, da noi incontrato durante il suo tour siciliano di qualche giorno fa, il Sud necessita comunque di spesa pubblica aggiuntiva.

Ma il Ministro ha ribadito come il Mezzogiorno produttivo abbia il dovere di puntare sull’eccellenza, creando sistemi che mettano in rete le aziende per valorizzare i territori, sostenuti da una politica che sappia dare risposte. Soprattutto in termini infrastrutturali.

“Con questa visione – ha detto – dobbiamo accompagnare le politiche di riequilibrio territoriale, quelle su cui io sono impegnato. Con strumenti straordinari come la fiscalità di vantaggio e come tutte le risorse che arriveranno con il nuovo corso che si apre in Europa. Risorse che devono anche consentirci di superare un ritardo storico, un disinvestimento al Sud che dura da troppo tempo, quando invece tanti attori privati, nel mondo del lavoro, hanno continuato a crederci”.

La politica deve fare la sua parte

“Ora – ha concluso – anche la politica deve fare la sua parte e noi siamo molto determinati da questo punto di vista. Ma, diciamolo, la visione è altrettanto importante rispetto alle risorse e agli strumenti che possiamo mettere a disposizione”.

Certo, Provenzano è consapevole del fatto che l’apparato pubblico è “in costante o persino accelerato declino”, come ha sottolineato proprio in questi giorni il presidente di AnciSicilia Leoluca Orlando, che ha dichiarato la necessità, per rilanciare il sistema produttivo e far ripartire l’economia del Mezzogiorno “di investire su una maggiore presenza di professionalità, anche con contratti a termine, nei nostri Comuni”.

Ridurre il gap tra Centro-Nord e Sud

Insomma, il nodo rimane sempre quello della perequazione per annullare, o almeno ridurre, il gap tra Centro-Nord e Sud.

“Nel corso degli anni – ha affermato Anthony Barbagallo, segretario regionale dem – sono state sottratte al Mezzogiorno risorse consistenti. Il compito del Partito democratico è quello di appianare le differenze tra il Nord e il Sud e fare un’operazione di giustizia e verità anche per le generazioni che verranno”.

Un’iniziativa dem con Provenzano

“Insieme con il ministro per il Sud Provenzano – ha detto ancora, ribadendo un’intenzione annunciata con un’intervista al Quotidiano di Sicilia – ci faremo carico nelle prossime settimane di un’iniziativa proprio per sollecitare degli interventi precisi per appianare questo gap”.

Il torto del Federalismo fiscale

“E – ha aggiunto – per risanare i torti che sono stati fatti, tra cui quello della legge sul federalismo fiscale votata al tempo del governo Berlusconi con Musumeci sottosegretario”.

Nel marzo scorso, Rosario Faraci, ordinario di Economia e Gestione delle Imprese dell’Università di Catania, aveva dichiarato al Quotidiano di Sicilia: “Privilegiando il triplice meccanismo dei costi standard, della spesa storica e del calcolo del fabbisogno, si è voluto dare di più a chi aveva già di più, di meno a chi possedeva di meno”.

La circostanza sull’approvazione della Legge sul Federalismo fiscale firmata dall’esponente della Lega Nord Roberto Calderoli durante l’ultimo governo Berlusconi è stata confermata da Salvo Fleres, già senatore di Forza Italia e in quegli anni componente della Commissione Bilancio di Palazzo Madama.

Un’iniziativa per fare chiarezza

“Questo spiegherebbe – ha affermato – perché le Istituzioni regionali non abbiano ancora avviato iniziative per far restituire alla Sicilia le somme sottratte. Credo dunque che iniziative come quella assunte dal ministro Provenzano servano a fare chiarezza. Poco importa la cifra. L’importante è calcolarla una volta per tutte e soprattutto perequarli, distribuirli. E non in maniera frammentata senza che questo determini valore aggiunto, moltiplicatore economico, ma restituirli in termini di opere pubbliche, di infrastrutture, compreso il Ponte sullo Stretto”.

“Fino a quando il Sud e la Sicilia – ha sottolineato Fleres, sulla stessa linea di Provenzano – saranno a un terzo delle infrastrutture del resto d’Italia, non si potrà parlare di sviluppo. Ricordiamoci che mentre venivano costruite le quarte corsie autostradali al Nord si impediva di completare l’anello autostradale siciliano, mentre si realizzava l’Alta velocità in Sicilia in treno da Ragusa a Trapani si impiegano undici ore”.

Senza infrastrutture non c’è sviluppo

“Senza infrastrutture – ha concluso l’esponente sicilianista – qualsiasi intervento, anche quello che riguarda l’abbattimento del costo del lavoro o la riduzione delle tasse, rischiano di non produrre gli effetti desiderati perché nel tempo, come dicevo, non producono valore aggiunto. Ecco perché noi di Unità Siciliana riteniamo che questa iniziativa debba essere sostenuta così come tutte quelle, arrivino da destra o da sinistra, che riguardano la perequazione infrastrutturale, lo sviluppo della piccola e media impresa, lo sviluppo delle attività economiche al Sud”.

Critiche a Musumeci sulla “rapina”

Altre critiche al presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, anche per via della recente ordinanza sui migranti, sono venute poi dal segretario provinciale del Pd di Catania Angelo Villari, secondo il quale “il Governatore, anziché parlare dei problemi seri della nostra Regione, di vedere come recuperare risorse rapinate alla Sicilia da decenni, porti avanti una sorta di distrazione di massa parlando d’altro”.

“Noi invece – ha sottolineato Villari – vogliamo parlare delle risorse che la Sicilia ha perso e che devono essere recuperate per rilanciare l’economia, per rimettere insieme sviluppo ed equità. Troppi miliardi rapinati al Sud che saranno indispensabili per poter, finalmente, cambiare passo in Sicilia”. 

Per la Sicilia le risorse che merita

“Il ministro Provenzano – ha concluso – sta cominciando per così dire a risarcire la Sicilia mettendo in campo per l’Isola le risorse che merita. Ecco, noi dobbiamo andare avanti così: è indispensabile che questa battaglia sia ferma e continua”.