Mario Francese, Giangiacomo Ciaccio Montalto, Giovanni Spampinato, Michele Reina. Vittime della mafia e vittime dei “confetti” di una Smith & Wesson calibro 38. L’arma, ritrovata nel covo di Matteo Messina Denaro con 5 proiettili nel tamburo, matricola abrasa assieme ad ulteriori venti proiettili, è un’arma spesso usata negli omicidi di mafia ma anche dalle cellule terroristiche che, begli anni ’70 e ’80 hanno insanguinato tutta la penisola.
Il ritrovamento dell’arma pone quindi, agli investigatori, nuove domande. Serviranno accurate analisi balistiche per appurare se quell’arma ha sparato per uccidere e verso chi fosse rivolta la sua canna.
È certo che, ai tempi dell’omicidio di Mario Francese avvenuto il 26 gennaio 1979, Messina Denaro era giovane, aveva diciassette anni, ma non si può escludere che proprio l’arma trovata in suo possesso sia un’arma utilizzata dai gruppi di fuoco mafiosi anche prima di finire nella sua disponibilità.
Si tratta di una delle armi preferite dai killer mafiosi, amata non solo, per via delle dimensioni contenute, che ne permettono quindi un facile occultamento, unite a un cameramento con un calibro dotato di buon potere d’arresto. Queste caratteristiche ne fanno arma destinata a tutti quanti necessitano dell’affidabilità di un revolver unita alla facile portabilità.
Il fusto della Smith & Wesson calibro 38 è costruito con materiali di derivazione aeronautica che consentono eccellente resistenza pur mantenendo pesi estremamente contenuti. Il suo tamburo ha la capacità di cinque proiettili e, proprio perché si tratta di un’arma a tamburo, non c’è nessuna espulsione automatica della cartuccia dopo lo sparo, permettendo quindi il riconoscimento dell’arma che ha esploso il colpo solo tramite l’analisi dell’ogiva.
La cartuccia calibro 38 Special fu progettata nel 1899 dai tecnici della Smith & Wesson per sostituire l’ormai obsoleta 38 Long Colt risalente al 1875 e poi messa a punto nel 1902 destinandola al nuovo revolver modello “Military & Police”.
Come già indicato, nuovi spunti investigativi si propongono ora agli investigatori che si sommano a quelli relativi al materiale trovato sia nei covi di Matteo Messina Denaro sia addosso a Salvatore Luppino per il quale sono scattate le manette.