Cronaca

I pizzini del frate arrestato per droga: la verità nascosta nei messaggi

Nella sua stanza in convento sono state trovate tante armi. Ma anche denaro e pizzini. E nell’attesa che le indagini facciano il loro corso, rimarrà in carcere il cappellano del carcere di Enna, il frate Rosario Buccheri, arrestato dalla polizia penitenziaria mentre cedeva un panetto di hashish a un detenuto.

Il gip di Enna, al termine dell’interrogatorio di garanzia, ha deciso la misura cautelare. Il frate ha ammesso di aver introdotto la droga nell’istituto penitenziario ma perché “minacciato”. L’avvocato Nino Grippaldi aveva chiesto i domiciliari per il sacerdote che è un ex carabiniere. 

La perquisizione nella stanza del frate

Nella stanza del frate Rosario Buccheri sono stati trovati una pistola calibro 38 con matricola abrasa, un fucile a canne mozze, 201 proiettili calibro 9, sei cartucce ricondizionate, un taiser, un coltello a uncino e due sciabole. Ma c’erano anche 35 mila euro in contanti e diversi pizzini. Proprio sui biglietti è concentrata l’attenzione degli inquirenti che stanno cercando di decifrarli come possibile indizio o prova. Si dovrà accertare se fossero messaggi che il cappellano faceva entrare ed uscire dal carcere ennese. 

Chi è frate Rosario Buccheri e perchè è stato arrestato

Rosario Buccheri, 59 anni, a gennaio era stato nominato cappellano del carcere di Enna. Ma prima di scegliere questa strada, era stato un carabiniere. Nel 1992 era stato espulso dall’Arma e condannato per il furto di materiale militare. Dopo 10 anni aveva cambiato vita con l’ordinazione a frate. Adesso per lui è arrivato l’arresto e la pesante accusa di aver svolto il ruolo di corriere della droga per i detenuti. L’uomo infatti è stato arrestato in flagranza mentre consegnava ad un detenuto di Randazzo un involucro con un panetto di hashish. Anche il detenuto, che aveva nascosto la droga nelle parti intime, è stato arrestato. Durante l’interrogatorio il frate ha ammesso di aver introdotto la droga nell’istituto penitenziario ma perché “minacciato”.