TAORMINA (ME) – Polizia locale sì, Polizia locale no, Polizia locale forse. È questo il tema più caldo che circola in questi giorni tra gli uffici di Palazzo dei Giurati. Aveva scatenato non poche polemiche infatti, la decisione del sindaco, Cateno De Luca, di sopprimere il Corpo dei Vigili urbani locali secondo un nuovo organigramma degli uffici comunali che era stato adottato con una delibera di Giunta lo scorso luglio.
L’idea era quella di trasformare la Polizia locale in semplice Servizio alle dipendenze dell’Area amministrativa, con il conseguente trasferimento del comandante, Daniele Lo Presti, all’Ufficio tecnico nelle vesti di “specialista in attività amministrativa”. Novità che però sembra siano state accantonate, come reso noto dal segretario comunale, Giuseppe Bartolilla, che in una nota informativa inviata alle sigle sindacali ha annunciato che è nuovamente “intenzione dell’Amministrazione modificare l’organigramma e il funzionigramma dell’ente”, con un allegato strutturale dove ricompare il Corpo di Polizia locale.
La riorganizzazione del servizio amministrativo dei Vigili urbani aveva suscitato infatti la dura presa di posizione da parte del Silpol – Sindacato italiano lavoratori Polizia locale – che aveva giudicato l’atto “viziato da incompetenza ed eccesso di potere”, spiegando inoltre come competenze e attribuzioni in merito sono esclusiva del Consiglio comunale, e come tale il provvedimento di Giunta “è da ritenersi illegittimo stante che l’istituzione del Corpo di Polizia municipale trova il suo fondamento e la sua previsione nella L. 65/86 e in Sicilia, anche nella L.r. 17/90”. Come tale, la giurisprudenza stabilirebbe in modo chiaro la specificità e l’autonomia organizzativa della Polizia municipale, da non consentire “affiliazioni” ad altre strutture burocratiche del Comune.
La nota diffusa dal Segretario comunale in particolare, è stata indirizzata a Cgil, Cisl, Uil e Csa Regioni-autonomie locali, perché ai sensi del Contratto collettivo nazionale di lavoro corre l’obbligo di informare le parti sociali in caso di riorganizzazione degli uffici almeno cinque giorni lavorativi prima dell’adozione degli atti, avente ad oggetto la revisione dell’assetto organizzativo e l’approvazione di una nuova macrostruttura. Nell’ultima versione del funzionigramma viene specificato comunque che il Corpo di Polizia locale sarà alle dirette dipendenze del sindaco e dell’assessore delegato “in materia di indirizzo, controllo, programmazione, organizzazione e direzione”. Gli atti amministrativi aventi rilevanza esterna, come spese, provvedimenti di liquidazione, determine di affidamento acquisizione beni e servizi, saranno invece di competenza del responsabile dell’Area amministrativa, affari generali, servizi sociali e demografici, e quindi non più del Comandante, come avveniva in precedenza.
A seguito di questo dietrofront dovrebbe ritornare al suo posto anche Daniele Lo Presti, che rappresenta anche una storia nella storia di tutta questa vicenda, con risonanza mediatica nazionale. Oltre cento tra Comandanti in servizio e a riposo infatti, hanno sottoscritto una nota nella quale invitavano De Luca a revocare l’atto perché, dicevano “modificare il profilo professionale del Comandante della Polizia locale di Taormina, Daniele Lo Presti, è illegittimo e lesivo dei suoi interessi e della sua figura professionale”.
Il documento è stato inviato anche al sindaco della Città metropolitana di Messina, Federico Basile, al presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, al Prefetto di Messina, Cosima Di Stani e, per conoscenza, al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Per diritto di cronaca ricordiamo che i rapporti tra Cateno De Luca e Lo Presti erano già da diverso tempo tesi per una contesa legale su questioni legate agli anni in cui il militare guidava la Polizia locale a Messina, tra il 2021 e il 2022, degenerata poi nell’ultimo anno a Taormina dove il primo cittadino aveva già detto su Lo Presti: “Non gode più della mia fiducia”.