Agricoltura

Pomodoro di Pachino Igp, parola d’ordine “qualità”

PACHINO (RG) – “Un anno molto importante per il Consorzio perché il 31 agosto il nostro ente di tutela festeggerà vent’anni di attività. Un ‘compleanno’ che ci motiva a lavorare sempre di più sul valore intrinseco del prodotto, per fornire al consumatore finale garanzie di costante aderenza alle sue attese – così esordisce Sebastiano Fortunato, presidente del Consorzio di Tutela del Pomodoro di Pachino Igp, intervistato per il Quotidiano di Sicilia.

Sono positivi i bilanci e nuovi obiettivi per il Consorzio di Tutela del Pomodoro di Pachino IGP che, nonostante le difficoltà della congiuntura economica, nel 2021 ha portato a casa importanti risultati. Sono state avviate prestigiose collaborazioni con l’Università degli Studi di Catania per un progetto di ricerca volto alla caratterizzazione del conosciuto pomodoro volto allo studio di possibili relazioni causa/effetto tra le caratteristiche organolettiche dello stesso e principali varianti bio-agronomiche e pedo-climatiche del comprensorio di coltivazione. È stata instaurata una collaborazione con la società di consulenza agronomica Sata, è stato riconosciuto il Premio “Organizzazione Agroalimentare e Agroindustriale dell’anno 2021” assegnato dalla Rassegna di giornalismo agroalimentare e agroindustriale pro Sud. “Abbiamo numerosi progetti in corso e in partenza – ha sottolineato il presidente -, oltre a importanti obiettivi. Per rafforzare la reputazione dell’Igp stiamo andando, attraverso un sistema di certificazioni e monitoraggi, sempre più verso un’adeguata omogeneità della qualità, che è parte della promessa che facciamo ai nostri consumatori. Abbiamo attivato nuovi controlli per presidiare, sviluppare e innovare i processi aziendali e i loro prodotti e lavorare sempre più a un marchio collettivo patrimonio di tutti. Coordinare 150 soci non è cosa semplice e il prezzo del nostro prodotto è una conseguenza di tutto il lavoro svolto”.

Il Consorzio di tutela del pomodoro di Pachino Igp è un ente senza scopo di lucro riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole pensato per valorizzare e tutelare la reputazione e il mercato dell’autentico pomodoro di Pachino e difenderlo dai tentativi di contraffazione commerciale, per mezzo di adeguate azioni legali, su scala nazionale e oltre.

Il presidente Fortunato ha richiesto attenzione da parte delle istituzioni, rafforzata dalla partecipazione delle Organizzazioni Professionali di Categoria competenti, in merito alla problematica relativa all’impennata dei prezzi dei mezzi tecnici di produzione e dei costi energetici, che oscilla dal 40 al 70%, nell’ambito dell’ultima campagna di produzione.

Fare squadra con altri Consorzi al fine di tutelare i prodotti ortofrutticoli di qualità è un altro obiettivo del Consorzio che si sta interfacciando con Origin Italia, l’associazione che riunisce i principali Consorzi delle Indicazioni Geografiche del settore agroalimentare e con DOS Sicilia, l’Associazione che raggruppa i consorzi di Tutela Regionale. Oltre ai consumatori vanno tutelati anche i produttori che, quotidianamente, si impegnano per portare sulle tavole nazionali e internazionali un prodotto unico, dando anche una prospettiva alle generazioni future.

L’impegno del Consorzio è poi sempre più in direzione della sostenibilità in un’ottica di risparmio energetico ed economia circolare. Due principi fondamentali, e ormai imprescindibili, per prevenire la produzione di rifiuti e massimizzarne il recupero, il riutilizzo e il riciclo.

“La sostenibilità da anni è tra gli obiettivi perseguiti dal Consorzio – ha concluso Sebastiano Fortunato -, obiettivo in parte raggiunto tramite, ad esempio, l’utilizzo d’imballaggi completamente compostabili e l’adesione di numerose aziende produttrici al Sqnpi (Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata)”.

Diverse aziende dell’ente da anni aderiscono al Disciplinare di produzione integrata della Regione Sicilia e, a partire dal 2022, alla misura Sqnpi. Il Consorzio ha avviato non solo un percorso di certificazione Carbonfoot Print per la misurazione dell’impronta di CO2 nelle serre fredde mediterranee, caratterizzate da un basso input energetico, grazie alla luce che a Pachino raggiunge i livelli di intensità e di durata più elevati d’Europa e le temperature miti che non richiedono la necessità di riscaldamento, ma anche di completa tracciabilità del sistema produttivo attraverso la Blockchain.

Biagio Tinghino