Messina

Ponte Messina, stop a tetto stipendi per manager: divampa la polemica

Non si placa la polemica dopo lo stop al tetto di 240mila euro per i manager della società Stretto di Messina Spa, incaricata di portare avanti i lavori per il Ponte sullo Stretto di Messina.

Ciò è quanto ha previsto l’ultima bozza disponibile del decreto ‘Asset e investimenti’, atteso lunedì prossimo in Consiglio dei ministri.

All’articolo 1 – ‘Disposizioni urgenti per garantire l’operatività della società concessionaria di cui all’articolo 1 della legge 17 dicembre 1971, n.1158’ – si prevede infatti che alla società “non si applicano” le disposizioni di alcuni commi del decreto legislativo del 2016, quello che prevede appunto il limite di 240 mila euro dei compensi massimi per amministratori, i titolari e componenti degli organi di controllo, i dirigenti e i dipendenti.

Elly Schlein: “Indecenti”

Tra le opposizioni sin da ieri, è scoppiata la polemica, che non accenna a placarsi. “Indecenti. Dicono che i salari non si fanno per legge. Eppure fanno leggi per togliere il tetto massimo ai salari sopra i 240mila euro mentre affossano il tetto minimo che chiediamo per non scendere sotto i 9 euro all’ora”, è il commento della segretaria del Pd Elly Schlein.

M5S: “A Salvini interessano soltanto gli affari legati al Ponte”

Il vicecapogruppo pentastellato alla Camera, Agostino Santillo, anche coordinatore del comitato Infrastrutture del MoVimento, ha definito “scandalosa” la volontà “di Meloni e Salvini di concedere una deroga al tetto degli stipendi” per i vertici della società. “Reddito di cittadinanza no, aiuti alle famiglie contro il caro-vita no, sostegni contro il caro-mutui nemmeno, interventi per attenuare il costo della benzina neanche a parlarne. Questa destra gli unici favori li fa ai soliti noti e a chi ha già. “Questa scelta conferma che a Salvini delle infrastrutture del Sud non importa nulla. Nemmeno dell’inutile e farsesco ponte sullo Stretto. Al ministro interessa solo “l’affare” ponte, con tutte le sue spartizioni e prebende varie. Uno scempio, messo in piedi sulla pelle dei cittadini e con i loro soldi”.

Bonelli: “Il governo e Giorgia Meloni si devono vergognare”

Durissimo invece Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs, che parla di “un insulto agli italiani”, di cui “il governo e Giorgia Meloni in persona se ne devono vergognare”. Bonelli racconta in una nota che “non più tardi di un mese e mezzo fa, su mia specifica richiesta, il presidente della società Ponte sullo Stretto di Messina, Pietro Ciucci – al quale avevo chiesto a quanto corrispondesse l’indennità sua e dei consiglieri di amministrazione – mi rispondeva che il totale degli emolumenti per tutti i 5 consiglieri di amministrazione era pari a 125.000 euro, quindi 25.000 euro a persona: mi ero commosso per tanta sobrietà”. Poi definisce la società “una lobby”, con a capo Salvini “che ha voluto trasformare il Ponte sullo Stretto di Messina in una mangiatoia di Stato” e che “sta tentando attraverso il governo di introdurre una norma che fa saltare i tetti della retribuzione dei membri del cda”. E alla premier chiede: “Ma non vi vergognate a sperperare questo denaro pubblico per garantire privilegi e voler realizzare un’opera che sottrarrà risorse importanti per lo sviluppo del Sud a partire dal trasporto pubblico, dai depuratori, le scuole, la sanità e la messa in sicurezza del territorio?”.

La risposta della Lega: “Bonelli ossessionato da Salvini”

Non è tardata ad arrivare, però, la risposta della Lega per bocca del deputato siciliano Anastasio Carrà

“Bonelli è ossessionato dal ministro Matteo Salvini”. Assurdo come non perda occasione per attaccare chi ha sbloccato il Paese e interventi fondamentali per la sua crescita, a partire proprio dal Ponte sullo Stretto che, con buona pace dell’esponente di AVS, è fondamentale per Calabria e Sicilia”. E rilancia: “Vuole davvero parlare di soldi? Ci parli di quelli pubblici, stanziati per l’accoglienza migranti, che si sarebbero trasformati in borsette di lusso in casa della famiglia del suo candidato Soumahoro. Strano che siano gli unici soldi pubblici di cui Bonelli non parli. Mai”.