“Dopo i dati di Italia Oggi che vedono le province di Messina e Reggio Calabria agli ultimi posti della qualità della vita intesa per lavoro, infrastrutture, servizi e vitalità del settore produttivo viene da chiedersi come le forze di sinistra siano così miopi a minacciare agitazioni per la costruzione del ponte e delle infrastrutture ferroviarie e autostradali in Sicilia e Calabria. Qualche giorno fa a Roma una pletora di sigle partitiche, sindacali ed ambientaliste, oltre ai rappresentanti degli espropriandi, hanno organizzato una manifestazione in un albergo romano per rammentarci che non si fermeranno”. È quanto afferma in una nota Fernando Rizzo di Rete Civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno.
“Per due anni ci hanno spiegato centinaia di volte che: il progetto del ponte non esisteva; non sarebbe stato inserito tra i corridoi ferroviari europei; non sarebbe mai stato finanziato dalla Unione Europea; non avrebbe ottenuto il parere positivo dalla commissione d’impatto ambientale”.
“Ma il progetto definitivo è stato approvato dalla società, la commissione europea ha inserito il ponte nella rete TEN T, il progetto è stato finanziato dalla Commissione Europea come rispondente ai criteri selettivi previsti dalla Commissione Ue cioè «Priorità e urgenza, maturità, qualità, impatto ambientale ed effetto catalizzatore», incidendo su tutti e quattro gli obiettivi definiti nella regolamentazione dei corridoi Ten-T, ovvero «coesione, efficienza, sostenibilità e incremento dei benefici per gli utenti», considerate le «positive ricadute socioeconomiche e ambientali del progetto, la riduzione dei tempi di viaggio, dell’impatto acustico e delle emissioni inquinanti» e la capacità del progetto di «incrementare l’accessibilità e lo sviluppo economico di Calabria e Sicilia, migliorando le connessioni».
In una parola: rispetto di tutti i principi costituzionali e comunitari legati a lavoro ed equità sostanziale, diritto ambientale e paesaggistico, sviluppo economico dei territori marginali, transizione ecologica e riduzione dell’inquinamento prodotto da navi ed aerei, tempi di percorrenza ferroviaria abbattuti del 90%. Eppure dopo le mistificazioni sulla inutilità, l’unica sinistra del mondo che si oppone alla crescita delle regioni più povere e con il più alto numero di inoccupati d’Europa, auspica che l’ “Europa” blocchi l’opera. Ma chi dovrebbe farlo?”.
“La Commissione Europea si è già espressa, mentre nel parlamento europeo le sinistre estreme sono minoritarie. Inoltre il ponte sullo Stretto e il collegamento ferroviario da Milano a Palermo era nei programmi della coalizione di centro destra”.
“Tra un mese circa, dopo la Conferenza dei Servizi che stabilirà le altre opere necessarie per Messina e Villa S.G., ci sarà l’ineluttabile approvazione del CIPESS. E dopo gli aggiornamenti contrattuali, finalmente, partiranno i cantieri. E 5 milioni di cittadini e decine di migliaia di imprese siciliane non saranno più la parte povera e derelitta d’Europa ma cittadini orgogliosi di un’opera unica sul loro territorio”.
La Rete civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno ha come obiettivo primario la promozione della crescita socioeconomica del Mezzogiorno e, in particolare, della sua parte più meridionale periferica, nella convinzione che non sia possibile Sviluppo senza Coesione, Coesione senza Mobilità e Mobilità senza Infrastrutture. A tale fine, considera fondamentale il completamento della parte più meridionale del Corridoio Helsinki-La Valletta, incluso il Ponte sullo Stretto di Messina.
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