La possibilità di accesso a finanziamenti dedicati con lo sviluppo ulteriore dell’infrastruttura portuale e trasportistica della regione. Questo il futuro al quale punta ad andare incontro il porto di Messina, che dopo quello di Civitavecchia si candida a ottenere il riconoscimento come porto “core” nelle reti transeuropee di trasporto.
Con il traffico passeggeri tra i principali d‘Europa e una posizione di rilievo tra gli scali croceristici del Mediterraneo, il porto di Messina si trova al centro di una battaglia politica che parla anche della centralità dello Stretto nei programmi di sviluppo del Mediterraneo e di tutto il Sud Italia. La realizzazione di importanti infrastrutture per il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria, oltre al potenziamento dei voli dall’aeroporto dello Stretto, rappresentano alcuni dei passaggi chiave per la crescita di tutta l’Isola.
Messina, insieme ai porti di Milazzo, Reggio Calabria e Villa San Giovanni, potrebbe essere inserita tra i porti “core” dell’organizzazione marittimo-portuale europea. Un passo cruciale per la crescita economica e lo sviluppo infrastrutturale dell’area dello Stretto, già riconosciuta per la sua importanza strategica nel nuovo Regolamento delle Reti di Trasporto Ten-T adottato dal Parlamento europeo.
L’inserimento del porto di Civitavecchia nella Rete centrale dei porti “core” è frutto di un lungo processo iniziato nel 1996 e concluso con il voto del Parlamento europeo. La stessa opportunità potrebbe essere colta da Messina, che potrebbe così accedere a risorse finanziarie significative per lo sviluppo infrastrutturale. In tal senso, la realizzazione del ponte potrebbe facilitare il riconoscimento di Messina.
I finanziamenti dell’Europa potrebbero permettere di migliorare l’efficienza e la competitività del porto, offrendo nuove opportunità di crescita economica e occupazionale per il territorio. Ma tutto si giocherà sul piano della politica regionale e della spinta che saprà garantire alle istanze provenienti dal territorio. Un declassamento appannaggio del porto di Gioia Tauro, in passato, è stato contestato solo dal Movimento Cinque Stelle, ma non dal centrodestra oggi al governo.
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