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Premio Agorà, ecco i 40 vincitori dell’edizione 2023

PALERMO – Grandi trasformazioni in corso, quindi grandi opportunità. Sono quelle che vive e offre il mondo della comunicazione pubblicitaria nella caotica fase socio-economica del momento. A detta degli analisti del settore, però, se i volumi della produzione pubblicitaria e il livello qualitativo della creatività che le dà forma mostrano un andamento positivo, si registra un problema crescente, che è anche una sfida: l’efficacia del messaggio pubblicitario non è proporzionale agli investimenti aziendali per la comunicazione, con il conseguente appesantimento del conto economico delle imprese.

Uno ‘stato dell’arte’, segnato dalla sempre maggiore rapidità dello ‘spot’, dal quale emerge l’esigenza di capacità creative tanto maggiori quanto più supportate da basi culturali solide. Soprattutto per gestire gli aspetti, spesso tutt’altro che positivi, del messaggio pubblicitario veicolato all’interno di un universo multimediale in continuo allargamento e, di fatto, fuori controllo.

È lo scenario emerso nell’ultima edizione, la trentaseiesima, del Premio Agorà alle migliori pubblicità italiane, svoltosi lo scorso venerdì a Palermo. Aperta a tutte le agenzie pubblicitarie attive sul territorio nazionale, la selezione per questo riconoscimento, ormai tra i più autorevoli del settore in Italia, ha riguardato le campagne e i progetti pubblicitari utilizzati nel corso del 2022 sino al 1 febbraio di quest’anno. Una produzione suddivisa in 15 categorie, per un totale di 25 sezioni.

Tra gli ambiti di riferimento del premio, il cui simbolo è proprio la piazza centrale della polis greca, luogo di comunicazione e crescita (secondo le classificazioni di Agorà di bronzo, di argento e d’oro), quelli della televisione, della radio, dell’immagine aziendale, passando per l’internet &multimedia e le campagne sociali e no profit.

Sono stati in tutto 40 i riconoscimenti conferiti quest’anno durante la cerimonia patrocinata dalla Fondazione Federico II e allestita dal Club Dirigenti Marketing insieme con Una e Upa, le associazioni nazionali delle aziende della comunicazione. Più in dettaglio, i riconoscimenti sono stati distribuiti in due sezioni, una nazionale (con un’Agorà d’oro, 5 d’argento e 28 di bronzo) e una regionale, con 6 premi regionali. Pluripremiato dell’edizione 2023 il pubblicitario Vicky Gitto, contitolare a Milano dello studio di brand strategy Gitto/Battaglia.

Il creativo palermitano si è aggiudicato 5 premi Agorà d’argento, e due di bronzo. Tra i premiati anche l’agenzia di comunicazione ADD Design, attiva a Catania dal 2006: un’Agorà di bronzo per la categoria Internet & Multimedia Social Media, condiviso con Cantine Settesoli, azienda cliente.

“Oggi, la relazione tra persone e marchi è cambiata e le aziende hanno dovuto rivedere le proprie strategie in modo che il ‘pezzo’ per promuovere un prodotto diventi veicolo di valori più alti, a cominciare dall’inclusività e i diritti delle minoranze – considera Gitto”.

Gli attuali dettami del settore decretano il successo dei messaggi brevi, non superiori a 30 secondi: un segno considerato come di maggiore maturità del mercato pubblicitario, più concentrato sul prodotto.

Lo scenario della pubblicità si complica se ci si sposta nella carta stampata: se sulla veicolazione rapida dei messaggi questa è fuori gioco è anche vero che mantiene un alto grado di autorevolezza quando viene attuata con lettere aperte o intere pagine acquistate su grandi giornali o magazine.

Ineludibile in ogni caso il salto culturale richiesto ai reparti marketing delle aziende: “Occorrono competenze per dominare le conseguenze della diffusione di strumenti oggi alla portata di tutti – cosa in sé positiva– ma che pongono sempre di più la questione di chi debba essere affidatario della creazione del messaggio”, sostiene il vicepresidente del Club Dirigenti Marketing Marco Ventura. A fare la differenza è la capacità di architettare storytelling di valore etico. E ciò non è certo frutto di improvvisazione, ma di professionalità e di tantissima passione”.

Il contraltare alla maggiore disponibilità di mezzi di comunicazione pubblicitaria è dato dalla mancanza di reale sviluppo economico del sistema paese. “L’allargamento della base degli investitori, che sono sempre più piccoli, incoraggiati dall’evidente convenienza economica dei nuovi media – si traduce in uno scollamento tra investimenti e raggiungimento degli obiettivi aziendali”, considera Salvatore Limuti, patron del Premio Agorà. I dati attuali sugli investimenti nel mercato pubblicitario italiano oggi pesano per circa 5,5 miliardi di euro all’anno