Messina

Presente e futuro di Messina in 1.400 pagine, avviato il confronto in Consiglio comunale

MESSINA – Il primo anno di Amministrazione riassunto in circa 1.400 pagine che continuano a essere sotto analisi di consiglieri, sindacati, ordini professionali, associazioni di categoria.

Il sindaco Cateno De Luca, oltre il passaggio in Aula, ha anche avviato una serie di confronti dove sfidare il dissenso con controdeduzioni a cui rispondere e suggerimenti da cogliere. Finora però il dibattito è stato povero non soltanto nel contradditorio, ma anche nelle proposte, probabilmente perché soltanto in pochi hanno letto i tre tomi dove sindaco, assessori e governance delle partecipate hanno elencato i risultati raggiunti.

Non hanno espresso alcuna posizione agli incontri gli ordini professionali, le associazioni, le categorie imprenditoriali, ancora attendisti forse su temi ritenuti cruciali come risanamento, opere pubbliche, assetto urbanistico e per i quali ritengono più efficace un coinvolgimento operativo. Quando si è avviato il dibattito in Aula, i consiglieri non sono sembrati troppo preparati neppure sulle 538 pagine firmate dal sindaco, una debolezza che lo stesso De Luca ha rilevato.

Anche gli interventi più critici, quelli del gruppo Pd e M5S, si sono soffermati molto su questioni di metodo e in modo generico – dall’approccio comunicativo del primo cittadino che con la sua pagina Facebook bypassa ormai anche l’Ufficio stampa alle scelte sulle partecipate – e nessuna analisi è stata fatta finora, malgrado le critiche, argomentando nel merito, per esempio sulla questione finanziaria del Comune o sulla situazione dei conti dell’Atm o le difficoltà della Messina Social city.

Secondo De Luca il Comune è fuori dal pre-dissesto e sarà sufficiente chiudere quattro o cinque posizioni per uscire prima del 2033 dal Piano di riequilibrio. Ci sono poi i numeri che secondo il primo cittadino certificano come la liquidazione dell’Atm sia inevitabile, mentre sembra ancora aperta, sull’argomento, la diatriba sindacale. Sull’azienda trasporti infatti, durante uno dei confronti che il primo cittadino ha voluto con le parti sociali, si è entrati nel merito, con le parti sociali la loro contrarietà alla liquidazione, in particolare con Giovanni Mastroeni segretario della Cgil e Ivan Tripodi segretario Uil.

Mastroeni ha proposto la soluzione adottata per Alitalia: “Creando due aziende, una bad company nella quale far confluire il monte debitorio mantenendola nel tempo necessario per la copertura dei debiti maturati e una new company Spa in house che possa operare libera da debiti e nella quale far confluire i dipendenti, lo sviluppo dei servizi necessari, gli investimenti. Tutto ciò anche alla luce della visita della Guardia di finanza e dei rischi presenti. Il Consiglio comunale blocchi la messa in liquidazione e avvii la proposta della bad company”.

Un appello quest’ultimo che non si sa se il Civico consesso raccoglierà. Malgrado la diversità di vedute l’intervento di Mastroeni è stato apprezzato da De Luca, che sembra volere inaugurare una nuova stagione di dialogo con la Cgil, duramente attaccata per le posizioni assunte sul Salva-Messina.

Restano accesi, invece, i toni nei confronti della Uil. Non sono piaciute, per esempio, alcune affermazioni di Tripodi sulla consegna, definita una farsa, dei lavori sul torrente Catarratti–Bisconte. “Ci sono foto che dimostrano che si sta lavorando per aprire il cantiere”, ha detto il sindaco.

Irritazione ha suscitato nel primo cittadino anche il passaggio dell’intervento del segretario Uil sul rallentamento dei lavori della via Don Blasco e del porto Tremestieri con conseguente rischio di licenziamento per i lavoratori di una ditta dell’indotto. Intanto, in Aula hanno esposto quanto fatto anche gli assessori, ma è mancato il dibattito e i consiglieri avranno tempo fino a mercoledì prossimo per prepararsi le domande da porre. Tante le criticità trovate: l’anno trascorso è servito per capire come e con quali strumenti intervenire, malgrado ciò molti risultati sono stati raggiunti: questo un po’ il filo conduttore delle relazioni dei componenti dell’Esecutivo.