Quasi centoquarantamila bar e ristoranti sono tornati al lavoro nel fine settimana del primo maggio e più di trecentomila persone hanno scelto di trascorrere il fine settimana negli agriturismo: è quanto indicano i dati elaborati da Coldiretti.
“Hanno riaperto nel fine settimana circa la metà dei servizi di ristorazione totali, con i posti all’aperto dei locali, che sono però molti meno rispetto a quelli al coperto”, osserva l’organizzazione in una nota.
Le difficoltà maggiori si sono rilevate nelle città e resta “limitativo per tutti” il coprifuoco alle 22,00 poiché gli agriturismo sono situati nelle aree rurali e ci vuole tempo per raggiungerli dalle città”.
Le riaperture di bar e ristoranti del weekend, prosegue la nota, “rappresentano circa l’80% del fatturato settimanale tagliato dallo smart working e dalle difficoltà del turismo”: un beneficio che “si trasferisce a cascata sull’intera filiera”, colpita con un milione e cento tonnellate di cibi e di vini invenduti dall’inizio della pandemia.
Nell’attività di ristorazione, prosegue la nota, “sono coinvolte settantamila industrie alimentari e settecentoquarantamila aziende agricole lungo la filiera. impegnate a garantire le forniture per un totale di tre milioni e seicentomila posti di lavoro”.
“Si tratta – prosegue la Coldiretti – di difendere la prima ricchezza del Paese con la filiera agroalimentare nazionale che vale 538 miliardi, ossia il 25% del Pil nazionale”.
Per quanto riguarda gli agriturismo, l’appuntamento del primo maggio era “molto atteso, dopo che le chiusure a singhiozzo dall’inizio della pandemia hanno tagliato i redditi degli operatori agrituristici con perdite di fatturato stimate alla Coldiretti in un miliardo e duecento milioni di euro”.