Siracusa

Priolo, via al monitoraggio sulla Rada di Augusta

PRIOLO – La Rada di Augusta è uno dei luoghi più fortemente inquinati della nostra regione.

Spesso si è parlato di bonificare l’intera Rada di Augusta che fa parte dell’area Sin (Sito d’interesse nazionale) di Priolo che si estende per circa 5.814 ettari per le aree a terra e 10.129 ettari per l’area a mare. Le attività preponderanti del territorio sono la raffinazione del petrolio (i primi insediamenti industriali risalgono al 1950), la trasformazione dei suoi derivati e la produzione energetica.

Inquinamento nella Rada di Augusta

A partire dalla metà degli anni ottanta le attività industriali si sono ridotte notevolmente determinando seri problemi di riconversione e necessità di bonifica del territorio. Nella Rada di Augusta i principali fenomeni di degrado sono l’inquinamento da prodotti petroliferi, l’inquinamento termico e l’eutrofizzazione. Le analisi di caratterizzazione dei sedimenti marini della Rada di Augusta hanno evidenziato una contaminazione ascrivibile, principalmente alle seguenti sostanze: metalli pesanti (Mercurio, Piombo, Rame e Zinco), idrocarburi pesanti (C>12); esaclorobenzene, diossine.

Tutte sostanze contaminanti che hanno compromesso la flora e la fauna marina della rada. Di frequente ne vengono monitorati i fondali e le acque per avere dati aggiornati sulla situazione e sulle condizioni ambientali. Nell’ambito di dette attività di monitoraggio negli scorsi giorni hanno preso il via le attività di campo per aggiornare le concentrazioni di contaminanti: il fine è quello di valutare eventuali interventi per il recupero dei sedimenti marini della Rada di Augusta.

Il lavoro di Arpa Sicilia e Ispra

Le attività sono condotte da parte dell’Arpa (Agenzia regionale per la Protezione ambientale) Sicilia con il coordinamento dell’Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale (Ispra). Si sta conducendo il campionamento dei sedimenti marini dei fondali attraverso l’uso di un box corer – strumento utilizzato per prelevare la parte superficiale del fondale marino in un box metallico.

Le operazioni sono eseguite nell’ambito della convenzione tra Regione siciliana, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e Ispra che vede – oltre la partecipazione del personale dell’Unità Operativa “Oceanografia e mezzi nautici” di Arpa Sicilia – il contributo operativo e analitico del Consiglio nazionale delle Ricerche – Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino (Ias-Cnr) e dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss).

Il piano operativo include la ricerca di specifici inquinanti nei sedimenti e lo studio della loro migrazione dal fondale agli organismi presenti nell’area. Una volta concluse le operazioni sui sedimenti, verranno avviate campagne di pesca scientifica all’interno e all’esterno della rada, oltre a un monitoraggio tramite organismi filtratori come i molluschi bivalvi (mussel watch).

Queste attività rappresentano un passo importantissimo per la conoscenza dello stato ambientale dell’importante sito di interesse nazionale siciliano. “La collaborazione istituzionale rappresenta uno degli strumenti fondamentali per garantire la tutela dell’ambiente e della salute pubblica – ha dichiarato il direttore generale di Arpa Sicilia, Vincenzo Infantino – . L’avvio delle attività congiunte tra Arpa Sicilia e Ispra per l’aggiornamento dei valori di intervento nella Rada di Augusta segna un importante passo avanti nella gestione e nel monitoraggio della qualità ambientale del nostro territorio”.