Cronaca

Processo Open Arms, le accuse di Camps: “Basta a disprezzo per la vita, serve giustizia”

La Procura di Palermo, nell’ambito del processo Matteo Salvini per il caso Open Arms, ha rinunciato a sentire in aula il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ex capo di gabinetto dell’allora ministro e leader leghista, ma anche il Prefetto Paolo Formicola e l’ambasciatore Maurizio Massari.

Lo ha reso noto in aula il Presidente del Tribunale Angelo Pellino. Salvini, che è in aula, è accusato di sequestro di persona e di rifiuto di atti di ufficio. Il ministro Piantedosi e l’ambasciatore Massari restano, invece, nella lista testi della Difesa del ministro Matteo Salvini. L’udienza è ripresa con la deposizione del capitano di corvetta, Stefano Oliva.

Open Arms, Camps: “Mancano i soccorsi in mare”

“Mi aspetto giustizia da questo processo. E che finalmente una volta per tutto cessi questo disprezzo per la vita a cui stiamo assistendo”. Lo ha detto Oscar Camps fondatore della Ong Open Arms che oggi testimonierà al processo che vede imputato il ministro Matteo Salvini accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio.

“Il problema reale è la mancanza di soccorsi in mare“, dice ancora Camps. “Come abbiamo visto nel 2016 e 2017, a partire dal 2018 tutto è cambiato. E’ cambiata la politica in Italia ma anche l’attitudine della Guardia Costiera. Gli sbarchi umanitari sono diventati nemici dell’Italia e sembra che noi siamo i responsabili di tutti i problemi del Paese, ma la realtà è quella che c’è fuori”.

“Andiamo indietro rispetto ad accordi internazionali”

“A nessuno piace avere 80 morti sulla soglia di casa, è un peccato, ma stiamo assistendo a un disprezzo per la vita come non c’era mai stato in Europa, non credo che dovremmo permettere che questo continui, tutte le vite sono importanti e meritano protezione in mare”, ha aggiunto ancora Camps.

“Tutti i convegni internazionali decidano ora che tutte le vite sono uguali. Questo non sta accadendo, piuttosto stiamo andando indietro rispetto agli accordi internazionali di diritto marittimo. Questo è gravissimo e deve finire, speriamo giustizia italiana ponga la parola fine a questa situazione”, conclude.