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Processo Salvini, la sua difesa è stata consegnata prima alla tv che alla Magistratura

Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni di un nostro lettore, Antonio Nicolini

Caro Direttore,

Condivido la sua pacatezza e l’affermazione: i processi si fanno in Tribunale.

Non sono un avvocato ne conosco gli atti, nella sua specificità, rimango comunque perplesso, sebbene si parli del Senatore Salvini, personaggio eclettico, multiforme ed esplosivo che, nonostante sia guidato, quantomeno consigliato, dall’Onorevole avvocatessa Bongiorno, abbia consegnato la memoria difensiva, prima che alla Cancelleria del Tribunale a Barbara D’Urso, che lo stesso Salvini , spalleggiato dalla onorevole Meloni, argomenti quanto da lui fatto, non solo d’avere difeso lo stato/nazione, ma d’avere dato seguito alla volontà dei suoi elettori ed a quanto sottoscritto nel contratto di governo.

Solo per queste risibili motivazioni, andrebbe condannato, ma al di là della battuta, l’atteggiamento formale dello stesso Senatore e leader del partito più rappresentato in Italia, è offensivo nei riguardi della Magistratura e dei cittadini tutti, per le motivazioni che lei stesso adduceva, in fondo la forma è anche sostanza.

Sono convinto che Salvini sia meno tranquillo di quel che vorrebbe sembrare ed ho qualche dubbio che il Gup, fermi tutto, come richiesto dalla difese con il non luogo a procedere. L’eventuale processo, vista la posizione della Procura, magari finirà con una assoluzione, ma per un lungo periodo, sarebbe un tarlo nella testa del senatore. La sua vicinanza con il grande Silvio Berlusconi, che ha calcato per anni le scene dei tribunali, e non ha ancora finito, re delle prescrizioni, gli può consentire d’avere preziosi consigli, sul come comportarsi e magari se corrompere qualche testimone o giudice.

Antonino Nicolini