Caltanissetta

Porto di Gela, promesse infrante e grandi delusioni

GELA (CL) – Nonostante gli incontri, le promesse e i fiumi di parole, il progetto per la sistemazione del porto cittadino è rimasto lettera morta.

A sollevare ancora una volta il velo su una vicenda che penalizza pesantemente tutta l’economia locale sono stati i rappresentanti del Comitato per il porto, che nei giorni scorsi hanno denunciato quello che è stato definito, senza mezzi termini, un “bluff” ai danni della comunità.

Per i rappresentanti del Comitato, la tanto sbandierata iniziativa per realizzare una nuova darsena commerciale (un investimento stimato in 150 milioni di euro da realizzare tramite Fondi Ue) non sarebbe stata inserita nella tabella dei grandi progetti da finanziare con i fondi del Fesr 2014/2020. E, come se non bastasse, è ancora aperta la ferita dei 33 milioni di euro stornati dal Patto per il Sud.

Una vicenda, quest’ultima, che ha scatenato fortissime tensioni all’interno della politica locale, con i rappresentanti della Lega che hanno chiesto le dimissioni dell’assessore Ivan Liardi: “Dopo il decreto con cui l’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano, ha disposto lo storno dei 33 milioni di euro del Patto per il Sud, è iniziato un insopportabile scarica barile. L’obiettivo di sindaco e Giunta è stato quello di non perdere la faccia, ma i tentativi sono stati inutili”.

“Per questo – hanno aggiunto i leghisti – proviamo noi a fare chiarezza partendo dalla fine di questa triste vicenda: a novembre Turano ha firmato il decreto di revoca dei fondi perché Gela non ha presentato in tempo i progetti esecutivi (ci voglio in media novanta giorni per elaborarli, così come ha dichiarato l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone). Da maggio a novembre cosa ha fatto il sindaco Lucio Greco? A giugno Liardi, dopo essersi recato a Palermo, ha dichiarato che le carte erano in ordine. Chiediamo perciò le dimissioni dell’assessore ai Lavori pubblici, che non ha agito nell’interesse della città”.

Liardi sostiene che al momento dell’insediamento i termini per i progetti erano già scaduti, ma questo non ha certo placato le proteste delle opposizioni, che chiedono all’Amministrazione di assumersi le responsabilità della vicenda.