Il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato alle Forze armate di mettere in stato di massima allerta le forze di difesa nucleare, dopo “le dichiarazioni aggressive” da parte della Nato in relazione alla guerra tra Russia e Ucraina. Al momento il cambiamento di stato di allerta non significa però che Mosca intenda utilizzare le armi atomiche, ma di certo la minaccia è arrivata forte e chiara ai leader dei Paesi Nato, alzando ancora di più il livello della tensione.
Come sappiamo, la Russia aderisce al Trattato di non Proliferazione Nucleare (Tpn), sancito nel 1970, con il quale i Paesi hanno iniziato a coordinare il loro impegno per ridurre i loro arsenali nucleari dopo la Guerra Fredda.
Nel 2010 poi Usa e Russia hanno firmato un ulteriore accordo, prorogato fino al 2025, sugli armamenti nucleari, il cosiddetto “New Start”, che stabilisce il limite di armi atomiche che possono essere possedute dalle due superpotenze a 1.550, il quale vale però solamente per testate e bombe atomiche. Non sono inclusi i missili a corto e medio raggio e le armi nucleari tattiche.
Secondo il Sipri la Russia ha un arsenale atomico di 6.255 armi, di cui 1.625 nelle unità operative, quindi pronte per l’uso. Tra le armi con capacità nucleari della Russia ci sono i due missili da crociera ipersonici “Kinzhal” e “Zirkon” . Un altro tipo di missile si chiama “Yars”, che recentemente è stato parte di un’esercitazione balistica fino alla Kamchatka. Non mancano poi sottomarini, bombardieri e missili intercontinentali con base a terra, come “Iskander” che in una esercitazione è partito dalle steppe intorno ad Astrakhan.