CATANIA – Cosa legava venerdì sera, 29 settembre, le città di Catania, Palermo, Ancona, Cagliari, Camerino, Genova, L’Aquila, Macerata, Nuoro, Pavia, Perugia, Sassari, Terni e Trieste? In tutte sventolava la passione dei ricercatori Sharper (SHAring Researchers’ Passion for Enhanced Roadmaps).
Un calendario fitto di impegni, quello che si è articolato nelle giornate del 28-29 settembre, per celebrare la Notte dei Ricercatori a Catania. Ecco qualche numero: quaranta stand, oltre 100 eventi tra laboratori, dimostrazioni, visite guidate, mostre, video, spettacoli e seminari. Coordinato dalla società di comunicazione scientifica Psiquadro, nell’ambito delle iniziative della Commissione Europea, l’evento che a Catania si è svolto nella centralissima Piazza Università, ha visto la partecipazione non solo della cittadinanza, ma anche di turisti… A tal proposito non stupiva affatto una ricercatrice impegnata in una conversazione dimostrativa con una coppia di turisti inglesi.
Non meno entusiasmante la partecipazione dei più piccoli ai laboratori pomeridiani “cuciti” su misura per loro, in collaborazione con l’Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare). Gradita dai partecipanti anche la visita alla sede del rettorato e dei locali del Museo dei saperi e delle Mirabilia siciliane. Un tour che ha visto una guida d’eccezione: il rettore dell’ateneo catanese, Francesco Priolo.
Di certo baciati da una temperatura ancora gradevolissima, seppur a fine settembre – come da copione in Sicilia – i visitatori hanno potuto ascoltare gli esperti, essere coinvolti in dimostrazioni ed esperimenti… A proposito, chi sa di che colore diventa il succo di limone mescolato con pezzetti di cavolo rosso oppure con acqua e bicarbonato? Ebbene, la risposta l’avreste trovata nello stand dedicato alla chimica applicata agli alimenti. Nello stand di ingegneria applicata alla salute un ricercatore vi avrebbe parlato di un casco, al momento solo un prototipo, per misurare l’aumento del ferro nei pazienti affetti da Alzheimer o Parkinson, per monitorare l’accelerazione o meno del fenomeno e intervenire con la terapia. Non resta che incrociare le dita. Questo l’auspicio.
Continuando la visita, si potevano apprendere le ultime ricerche sulla chimica ‘green’, sull’alimentazione del futuro e l’agricoltura 4.0, sulla tutela dei beni archeologici e culturali, sulle tecnologie quantistiche e l’uso delle microalghe per arginare i cambiamenti climatici e dei microbiomi in difesa delle piante; ma quel che è certo è che fino alla tarda serata si potevano ancora vedere bambini, per nulla assonnati, negli stand della robotica, dove un braccio meccanico inquadrava e afferrava oggetti, e in quello della polizia scientifica dove un agente svelava i metodi per riconoscere le banconote false e in una “scena del crimine”, appositamente ricostruita, si spiegavano fasi e procedure per i rilevamenti, al fine di raccogliere il maggior numero di dati e reperti.
Nello stand della chimica contro al crimine… avreste capito che poca magia e molta chimica c’è in una banconota che intrisa di alcool, dopo essere stata inzuppata nell’acqua, brucia rimanendo “intatta”. L’appuntamento è, dunque, alla prossima Notte dei ricercatori.