FAVIGNANA (TP) - È una beffa, una notizia che fa male, ma che a lungo andare rischia di essere metabolizzata come normalità, di essere archiviata semplicemente come un’altra occasione mancata di scrivere un nuovo capitolo dello sviluppo. Anche per il 2022 è andata. La quota tonno per la Tonnara di Favignana fa parte del decreto di ripartizione del ministero delle Politiche Agricole ma non ci sarà la mattanza, che si è fermata nel 2007, con una breve parentesi nel 2016 in versione turistica: i tonni sono stati pescati e rigettati in mare.
Doveva essere la soluzione apripista per far ripartire la Tonnara ma è stata soltanto un’illusione che si è infranta nelle scelte ministeriali del 2019, anno che era stato presentato come l’avvio della svolta e c’erano tutti i presupposti per esserlo. L’azienda “Castiglione” aveva deciso d’investire i suoi soldi calando le reti a fine aprile ed in fiducia nella politica. Si ritrovò di fronte un decreto beffa che assegnava soltanto una quota di 14 tonnellate. Ben al di sotto delle indiscrezioni che avevano preceduto l’evento-mattanza. L’attesa era infatti per circa 84 tonnellate. Insufficienti per la sostenibilità economica dell’azienda ma di certo non proibitive come quelle realmente assegnate. Remi in barca e mattanza sospesa.
L’anno dopo, la beffa si materializza con un altro decreto che alza l’asticella portando la quota tonno per Favignana a 32,75 tonnellate. Non cambia sostanzialmente nulla. “Castiglione” si tiene alla larga, la politica trapanese si divide tra indignati, possibilisti per il futuro e pragmatici. Quest’ultimi si concentrano su un punto: le quote rimangono, la Tonnara fissa delle Egadi rimane nell’elenco e di conseguenza sono stati fatti comunque progressi. Non bastano ma non bisogna marginalizzarli. Sta di fatto che il tonno, con il sistema delle Tonnare, si continua a pescare esclusivamente in Sardegna. Questi i numeri del 2022: Tonnara Isola Piana (Carloforte) 177,786 tonnellate, Capo Altano (Portoscuro) 129,796 tonnellate, Porto Paglia (Portoscuro) 9,986 tonnellate e Cala Vinagra (Carloforte) 32,671 tonnellate, le stesse che sono state assegnate a Favignana.
Il sistema gerarchico delle quote è triangolare, l’Europa definisce il piano per assegnarle ai singoli Paesi dell’Unione, gli Stati si occupano della ripartizione per sistemi di pesca e al loro interno, gli operatori del mare, con le loro imbarcazioni e le loro strutture, pescano e producono reddito. Il giro d’affari per le Tonnare è di circa 40-50 milioni di euro. Il tonno si pesca anche con i sistemi della circuizione e del palangaro. Una parte delle quote riguarda la pesca sportiva. Assodata e certificata la beffa politico-istituzionale c’è la cronaca a rincarare la dose su Favignana.
Una nota della Guardia costiera ha fornito i dettagli di un’operazione di controllo che ha portato al sequestro di sei esemplari di tonno rosso – oltre una tonnellata di peso totale – che erano a bordo di un motopesca algerino approdato al porto di Trapani lo scorso 26 giugno. Il pescato è stato sequestrato perché non era stato dichiarato prima di entrare e attraccare. Atto che rientra tra le comunicazioni obbligatorie che i motopesca non comunitari devono fornire alle autorità marittime che s’incaricano dei controlli. Un regolamento europeo e norme nazionali impongono la registrazione e la dichiarazione dei dati relativi alla cattura e agli sbarchi di specie appartenenti a stock ittici oggetto di piani pluriennali. Una vicenda che tuttavia ha avuto il suo lieto fine. I tonni erano conservati bene e dopo le verifiche dell’Azienda sanitaria provinciale sono stati messi a disposizione del Banco Alimentare della Sicilia occidentale, che ha poi proceduto a distribuirli alle strutture caritative convenzionate, quindi parrocchie, associazioni di volontariato e istituti religiosi.
Tra politica e cronaca il caso Favignana rimane dunque aperto. La Tonnara egadina è stata una risorsa economica ed anche occupazionale. La sua attività aveva formato delle maestranze che sentono sempre di più l’usura del tempo e della inattività. Ma è stata inoltre una risorsa turistica, perché ha rappresentato un evento in grado di attirare l’attenzione di tanti visitatori dell’arcipelago. In questo contesto la politica locale non può che ancorarsi alla convegnistica ed alla valorizzazione delle diverse caratteristiche del tonno nella dieta mediterranea, come è accaduto a Marsala nello scorso mese di maggio con la “Giornata Mondiale del Tonno” e con gli Stati Generali del Tonno e delle Tonnare. Il tonno viene pescato anche con gli altri sistemi di pesca e di conseguenza rimane una realtà per alcune marinerie del territorio, ma è evidente che la svolta porta necessariamente a Favignana ed alla sua Tonnara. Alla prossima beffa?