Trapani

Quote Tonno Favignana, rinviato all’anno prossimo

TRAPANI – Anche quest’anno sarà necessario attendere l’anno prossimo. Con la Tonnara di Favignana è così. La mattanza? Rinviata. Il sindaco delle Egadi Giuseppe Pagoto non le manda dire: “Siamo delusi”. Ed ancora: “C’è stato un incremento della quota tonno assegnata, ma ancora non sufficiente a rendere l’investimento sostenibile da un punto di vista finanziario”.
I numeri sono pronti a testimoniarlo. La quota assegnata nel 2019 è stata di 14 tonnellate. Quella di quest’anno, poco più di 33. Il ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, ha ripartito le quote lo scorso 8 maggio.

Ed il primo cittadino ha qualcosa da ridire: “Il decreto è stato pubblicato pochi giorni fa, quando non si sarebbe più riusciti a calare le reti in mare e forse, aggiungo io, volutamente per agevolare chi era già pronto”. Pagoto non fa nomi e cognomi, ma le quote per le tonnare fisse portano in Sardegna. I tonni da pescare – maggio e giugno – stanno lì. Cala Vinagra, Carloforte, Isola Piana, Capo Altano, Porto Paglia. Più di 393 tonnellate da spartirsi, con la ripartizione definita al ministero.

La sostenibilità economica per le Egadi? L’ha delineata un anno fa il gruppo Castiglione, l’azienda che era pronta a calare le reti ed a creare oltre 50 posti di lavoro: “Contavamo di ottenere 100 tonnellate o, nella peggiore delle ipotesi, 70. Invece la quota assegnata dal ministero è di 14 tonnellate”. Quindi, niente da fare. La “Castiglione” s’è tirata indietro. Storia però dai risvolti politici. Perché nel 2019 il governo nazionale era giallo-verde ed il sottosegretario che si occupò delle quote, il leghista Franco Manzato, finì sul rogo delle polemiche. L’opposizione di centrosinistra tuonò e denunciò tutto il suo sdegno. Le quote 2020 portano invece la firma del governo giallo-rosso e del ministero guidato dalla renziana Teresa Bellanova.

Sul punto il sindaco – che non si può dire lontano dal colore politico dell’attuale governo – non poteva essere più chiaro. La sua delusione non è soltanto legata alle scelte ministeriali ma finisce per raggiungere “tanti esponenti politici, anche filo governativi, che avevano compreso, almeno così dicevano l’anno scorso, quando erano all’opposizione, il vero valore e la grande opportunità per tutta la Sicilia di far ripartire la Tonnara di Favignana. Ed invece non sono riusciti nemmeno loro ad interpretare la speranza della pesca siciliana. Anche quest’anno hanno vinto gli interessi, i soliti, quelli trasversali, e che da tanti anni giocano con le quote a modo loro, secondo le opportunità del caso, dentro e fuori il ministero”.