Catania

Raddusa, dove l’acqua (quando arriva) è già scarsa. Cosentino: “Una situazione critica”

A sentire parlare il sindaco della città di Raddusa, Emilio Cosentino, sembra di vedere il film del regista Paolo Virzì, “Siccità”. Uno scenario che si potrebbe definire apocalittico. L’acqua, quando arriva, è poca. In un territorio circondato da condotte molto vecchie o a cui vengono appiccati incendi. Un’Amministrazione costretta a rimettere in funzione una vecchia autobotte ma senza dipendenti comunali dotati di patente per guidarla.

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Cosentino: “Una situazione critica”

“Una situazione critica. Raddusa – racconta Cosentino – attinge l’acqua per uso idropotabile da due fonti differenti, entrambe scarse: abbiamo la fornitura di Siciliacque che usa la condotta del Consorzio di Bonifica 6 di Enna la quale è molto vecchia e si rompe quasi sempre. Una settimana sì e una settimana no, c’è l’interruzione del servizio che ci fornisce al massimo tre litri di acqua al secondo. Abbiamo anche dei pozzi siti in contrada San Bartolo, nel territorio di Aidone e limitrofi a Valguarnera, dai quali al momento estraiamo tre litri e mezzo di acqua al secondo. Ad oggi con questi litraggi possiamo erogare acqua a giorni alterni: un giorno sì e un giorno no. Ma nel momento in cui si verifica un guasto oppure che Siciliacque blocca l’erogazione, noi siamo costretti a dare l’acqua una volta ogni tre se non ogni quattro giorni”.

Il fabbisogno idrico della città, spiega il sindaco Cosentino, sarebbe di 11/12 litri al secondo “mentre a noi oggi ne pervengono, quando va benissimo, 6 litri al massimo”. L’anno scorso, nel mese di agosto “si è arrivati a zero. Quando noi diamo l’acqua un giorno sì e un giorno no – continua il primo cittadino – ormai la gente lo sa e quindi cerca di risparmiare e diciamo che si riesce più o meno a sopravvivere ma è sempre una questione di sopravvivenza. Quando invece diamo l’acqua ogni tre giorni inizia la vera crisi. L’anno scorso siamo stati costretti a rimettere in funzione una vecchia autobotte e abbiamo fornito acqua alle famiglie più fragili, con disabili, agli anziani”.

L’intervento sul Consorzio di Bonifica

Come si legge in un documento del Comune di Raddusa – che il QdS ha potuto visionare – ad agosto si è verificata “la manomissione delle valvole di regolazione prospicenti un pozzo, la successiva manomissione di un tratto di condotta, e la contemporanea interruzione dell’erogazione per guasti da parte di Siciliacque che hanno determinato, per oltre venti giorni, la quasi totale assenza di acqua per uso domestico”. In merito, una fonte vicina al QdS fa sapere che il Consorzio di Bonifica “effettua da ventuno anni il servizio di distribuzione dell’acqua a Raddusa senza ricevere un centesimo. Anche perché non c’è neppure una convenzione sottoscritta” specificando che “stiamo dando un servizio che dovrebbe essere pagato da Siciliacque ma non lo è”.

Quest’ultima invece, contattata dal nostro giornale, spiega che: “Il Consorzio di Bonifica 6 di Enna ha accumulato con Siciliacque un ingente debito che, in seguito a una transazione sottoscritta lo scorso aprile, è stato in parte pagato e in parte dilazionato (dovrà essere corrisposto entro i successivi 18 mesi), con l’impegno al pagamento del corrente entro i termini contrattuali – fa sapere la società che si occupa del servizio idrico di sovrambito –. Fuori da questa transazione è rimasto il servizio di vettoriamento per l’acqua che, attraverso una condotta del CB6 di Enna, viene consegnata al Comune di Raddusa. Siciliacque aveva quantificato le somme da erogare al CB6 per il servizio svolto negli ultimi dieci anni, secondo il corrispettivo usualmente applicato per tale servizio. Il CB6 però si è opposto al conteggio fatto da Siciliacque per il vettoriamento, ritenendo che i costi sostenuti per la gestione della rete di loro proprietà e per il trasporto dell’acqua a Raddusa siano superiori. Motivo per cui, ad oggi, non si è riusciti a trovare un accordo che possa permettere la stipula di una convenzione. Si ricorda fra l’altro che il Consorzio di Bonifica 6 di Enna, in atto, risulta inadempiente sulla fattura corrente da pagare a Siciliacque”.

Raddusa, l’intervento del primo cittadino

Nel frattempo, il Comune di Raddusa ha più volte chiesto aiuto alla Prefettura di Catania e alla Protezione civile: “Abbiamo avuto grande disponibilità da parte della dirigente ma alla fine tutto ciò non si è tradotto in nessun tipo di finanziamento”. Quello che si sa finora è che Siciliacque avrebbe ricevuto dei fondi per una bretella che dalla loro condotta si dovrebbe collegare a quella dei pozzi del territorio di Raddusa. “Questo – spiega Cosentino al Quotidiano di Sicilia – eliminerebbe gran parte dei problemi perché Siciliacque potrebbe erogare molta più acqua”.

E a Raddusa, come in tutta la Sicilia, si prevede un’altra estate rovente. “Abbiamo fatto un ulteriore pozzo solo da un paio di mesi. Ma questo non ci basta perché le falde si sono dimezzate. A regime, due pozzi insieme a una piccola sorgente, fornivano a Raddusa sei litri di acqua al secondo. Oggi dai due pozzi della sorgente arrivano tre litri, massimo tre litri e mezzo. Siamo in una situazione precaria”, aggiunge il primo cittadino.

Inoltre, l’estate scorsa, “attori oscuri” hanno incendiato “cinquanta metri di condotta che passava esternamente su di un terreno. Sono riusciti a incendiare un tubo in polietilene: per appiccare il fuoco a una condotta del genere – che è piena di acqua – c’è una tecnica bestiale, saranno stati usati dei sacchi impregnati di benzina. È stato fatto un lavoro assurdo. I motivi, secondo me, sono anche motivi politici – aggiunge il sindaco di Raddusa – per cercare di far sfigurare la nostra Amministrazione perché dopo che ci siamo insediati (nel 2022 ndr), avendo fatto i nuovi pozzi, abbiamo vissuto la prima estate della storia a Raddusa senza problemi di acqua. Mentre l’anno scorso, per la prima volta nella mia carriera ho visto pervenire a Raddusa zero acqua”.