Ragusa

Ragusa, attivo lo sportello per imprese turistiche e culturali

Dal 26 aprile scorso è operativo il nuovo sportello 2.0 “Cultura Crea” per le imprese turistiche e culturali del Sud, una nuova versione del programma destinata alle iniziative imprenditoriali e no profit nel settore dell’industria culturale e turistica attive nel Mezzogiorno.

A renderlo noto è il Vicesindaco, con delega allo Sviluppo Economico, Giovanna Licitra la quale coglie occasione per far anche presente che, a decorrere dal 19 aprile 2021, è anche attivo lo sportello “Cultura Crea Plus” finalizzato a presentare richieste per contributo a fondo perduto per sostenere le imprese e i soggetti del terzo settore colpiti dall’emergenza Covid e attivi nel settore culturale e nel sistema dell’intermediazione turistica.

“Lo sportello 2.0 “Cultura Crea” – afferma l’assessore Giovanna Licitra – è il portale da utilizzare per presentare le domande, secondo i criteri e le modalità indicate nella direttiva operativa del Ministero della Cultura n. 237 del 29 marzo 2021, finalizzate a iniziative imprenditoriali e no profit nel settore dell’industria culturale e turistica attive nel Mezzogiorno. “Cultura Crea” prevede tre linee di intervento che sono così individuate:

1) Nuove Imprese dell’industria culturale (Titolo II del DM dell’11 maggio 2016), con una dotazione finanziaria di 41,7 milioni di euro.

2) Imprese dell’industria culturale e turistica (Titolo III), con risorse per 37,8 milioni di euro;

3) Terzo settore nell’industria culturale (Titolo IV), a valere su risorse per 27,4 milioni di euro.

La prima linea di intervento – spiega nel dettaglio l’amministratore comunale – è dedicata a due tipologie di beneficiari, ubicati nelle Regioni Basilicata, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia:

• le imprese dell’industria culturale, comprese le cooperative, costituite da non più di 36 mesi, iscritte nel Registro delle imprese e in regola con le norme vigenti;

• le persone fisiche che vogliono costituire un’impresa, purché la costituzione avvenga entro 30 giorni dalla comunicazione di ammissione alle agevolazioni.

In entrambi i casi sono ammessi agli aiuti i programmi di investimento avviati successivamente alla presentazione della domanda e da concludere entro 18 mesi dalla stipula del contratto di finanziamento. Gli investimenti, di importo non superiore a 400mila euro, possono riguardare la creazione o l’introduzione di innovazioni di processo, di prodotto o servizio, organizzative, di mercato, in una delle aree indicate:

• economia della conoscenza, cioè sviluppo e/o applicazione di tecnologie innovative e/o tecnologie chiave abilitanti per la creazione e/o l’implementazione di dati e informazioni in grado di accrescere, qualificare o innovare le modalità e gli strumenti di archiviazione, organizzazione, condivisione, accessibilità, e gestione delle conoscenze legate all’industria culturale,

• economia della conservazione, cioè sviluppo e applicazione di processi e protocolli innovativi nel quadro delle attività conservative – restauro, manutenzione, recupero, rifunzionalizzazione – relativamente a materiali, tecnologie, tecniche e strumenti adottati, con particolare riferimento alle attività di diagnostica di monitoraggio e di analisi per la valutazione della vulnerabilità, alle attività di prevenzione e di gestione dei rischi e dei fattori di degrado, ai materiali e alle tecniche di intervento, alle soluzioni impiantistiche innovative ed energeticamente efficienti, applicate al patrimonio materiale ed immateriale,

• economia della fruizione, che riguarda lo sviluppo di:

a) modalità e strumenti innovativi di offerta di beni e sistemi di beni in forma integrata con le risorse del territorio, processi innovativi per la gestione – acquisizione, classificazione, valorizzazione, diffusione – del patrimonio culturale e risorse del territorio;

b) piattaforme digitali, prodotti hardware e software per nuove modalità di fruizione e nuovi format narrativi, di comunicazione e promozione, estendibili anche a specifiche categorie della domanda;

c) dispositivi ed applicazioni a supporto e assistenza di specifici target di domanda e fruizione;

d) attività legate all’incremento dell’offerta collegata alla fruizione turistico culturale

• economia della gestione, cioè sviluppo di strumenti e soluzioni applicative in grado di ingegnerizzare le attività di gestione di beni e attività culturali.

Le spese ammissibili alle agevolazioni comprendono:

• macchinari, impianti, attrezzature, arredi e mezzi mobili, purché strettamente necessari e collegati al ciclo di produzione;

• beni immateriali ad utilità pluriennale, quali programmi informatici, brevetti, licenze e marchi, nonché certificazioni, know how e conoscenze tecniche, anche non brevettate.

Nel limite del 20% dell’importo sono ammissibili anche le spese di gestione per:

• personale interno qualificato;

• servizi per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione;

• consulenze esterne specialistiche prestate da Università e Centri di ricerca pubblici o da imprese e persone fisiche dotate di documentate competenze in materia.

Due le forme di aiuto previste:

• un finanziamento agevolato a tasso zero pari al 40% delle spese ammissibili della durata massima di otto anni di ammortamento, oltre ad un preammortamento di un anno per il periodo di realizzazione dell’intervento;

• un contributo a fondo perduto pari al 40% delle spese ammissibili.

La somma del finanziamento agevolato a tasso zero e del contributo a fondo perduto, pari in linea di massima all’80% della spesa ammissibile,  può essere incrementata al 90% nel caso in cui l’impresa richiedente abbia le caratteristiche di impresa femminile o impresa giovanile o sia in possesso del rating di legalità.

La seconda linea di intervento riguarda invece le imprese che sono costituite in forma societaria da almeno 36 mesi, incluse le cooperative, con programmi di investimento nei settori dell’industria culturale, turistica, creativa, dello spettacolo e dei prodotti tipici locali. In questo caso, l’unità produttiva dovrà essere ubicata nei Comuni delle Regioni Basilicata, Calabria, Campania e Puglia inseriti nell’elenco delle aree di attrazione culturale allegato al DM dell’11 maggio 2016 (la Sicilia è esclusa).

La terza linea di intervento infine, riguarda il Terzo settore ed è destinata a imprese sociali, comprese le cooperative, e ONLUS, con unità produttiva ubicata nei Comuni delle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia inseriti nell’elenco delle aree di attrazione culturale allegato al DM dell’11 maggio 2016.

I programmi di investimento, da avviare dopo la presentazione della domanda e di importo non superiore a 400mila euro, possono riguardare:

• attività collegate alla gestione degli attrattori e delle risorse culturali del territorio;

• attività collegate alla fruizione degli attrattori e delle risorse culturali del territorio;

• attività di animazione e partecipazione culturale.

Confermati gli investimenti in impianti e macchinari, da una parte, e software e brevetti, dall’altra, quali costi ammissibili, mentre le spese di gestione non sono ammesse per questa linea d’azione.

Escluse anche le agevolazioni in forma di finanziamenti, mentre i contributi a fondo perduto coprono l’80% delle spese ammissibili e possono salire al 90% per imprese femminili, giovanili e in possesso del rating di legalità.