Sanità

Guariti da Covid sotto i 65 anni protetti da recidive all’80%

Recidive da Covid 19, è l’oggetto di diversi studi a livello internazionale oltre che la domanda che si pongono milioni di persone in tutto il mondo.  Ci si può ammalare dopo essere stati già positivi? I guariti devono fare il vaccino? Quanto dura l’immunità?

Il grado in cui l’infezione da SARS-CoV-2 conferisce protezione contro la successiva reinfezione non è ben descritto. Ma nel 2020, nell’ambito dell’ampia strategia di test PCR gratuita della Danimarca, circa 4 milioni di individui (69% della popolazione) sono stati sottoposti a 10,6 milioni di test. Utilizzando questi dati del test PCR nazionale del 2020, è stata stimata la protezione contro le infezioni ripetute da SARS-CoV-2.

Lo studio è quindi stato pubblicato su The Lancet.

Protezione al 47% per gli over 65 che si sono già ammalati

I risultati emersi confermano che le reinfezioni con il coronavirus Sars-CoV-2 sono rare, ma – aggiungono gli autori – più comuni fra gli anziani. Emerge infatti che gli over 65 sono più a rischio di contagiarsi nuovamente. In questa fascia d’età la protezione da infezioni ripetute è al 47%, contro l’80% registrato fra i più giovani, gli under 65.

Test di nuovo positivi nello 0,65% dei casi esaminati

Una precedente infezione ha comunque un effetto scudo sulla maggior parte delle persone guarite: secondo i dati raccolti dallo studio danese solo lo 0,65% dei pazienti ha avuto due volte un test positivo, durante la prima e la seconda ondata affrontate dal Paese, rispetto al 3,27% delle persone risultate positive per la prima volta (che avevano quindi un tasso d’infezione 5 volte maggiore). Altro dato che risulta dalla ricerca è che l’immunità rimane stabile per più di 6 mesi.

L’importanza del vaccino per le persone anziane

Il maggior rischio di ammalarsi rilevato negli anziani evidenzia l’importanza di misure per proteggerli durante la pandemia, con maggiore distanziamento e “priorità sui vaccini, anche per chi è guarito”. L’analisi suggerisce infatti che, in generale, le persone che hanno avuto il virus dovrebbero essere comunque vaccinate, e che “non si può fare affidamento esclusivamente sulla protezione naturale”.